Il Tar dell’Umbria ha accolto la richiesta di una mamma che chiedeva l’apertura immediata della scuola dell’infanzia per suo figlio. La singolarità della vicenda, come riporta Il Messaggero, sta nel fatto che dei 50 ricorrenti, il tribunale ha ritenuto valide solo le ragioni di questa mamma: “Accoglie l’istanza di sospensione monocratica e, per l’effetto, sospende nei confronti della ricorrente Minestrini l’ordinanza impugnata nella parte in cui ha disposto la sospensione dei servizi socio-educativi per l’infanzia. Respinge l’istanza proposta da tutti i restanti ricorrenti. Fissa per la trattazione collegiale la camera di consiglio del 16 marzo 2021». Tra i motivi della sospensiva dell’obbligo di chiusura «sia nella preclusione a carico dei discenti della essenziale formazione scolastica», sia nelle «possibili ripercussioni sul rapporto di lavoro dei genitori: con la regione in zona arancione, è preclusa la fruizione del congedo per motivi familiari e può comportare in alcuni casi anche la perdita del posto di lavoro».
“Una situazione incandescente” che dovrà trovare subito una soluzione come una nuova ordinanza che mette tutta l’Umbria in zona rossa. L’Umbria infatti è una regione nella quale si stanno avendo molti casi della cosiddetta variante inglese del virus, per cui le amministrazioni locali stanno adottando i provvedimenti a loro più favorevoli, per cui questa disposizione del Tar imporrà loro decisioni immediate e difficili da realizzare.
Si dovrebbe infatti subito provvedere alla mensa, ai trasporti e alla logistica più comune: «Le cooperative di trasporto e di refezione che servono le scuole – osserva un sindaco – hanno messo il personale in cassa integrazione o ferie e non sarà facile organizzare tutto per lunedì».
“Il Comune di Perugia, diffidato come la Regione per la sua ordinanza di chiusura, deciderà domani ma intanto si è già messo in moto l’apparato per riaprire Nidi e scuole d’Infanzia quest’ultime magari con un servizio mensa ridotto (pasto freddo?), solo per il primo giorno”.
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