A Carshalton, nel sud di Londra, la scuola di Stanley Park High ha proibito agli studenti di usare la bicicletta, a meno che sia dotata di targa.
Una stramberia, si dirà visto che in Italia l’uso delle bicicletta invece viene incentivato, non solo per combattere l’obesità infantile ma anche per alleggerire le polveri sottili dell’ambiente.
Per i professori di quella scuola invece il provvedimento mira a “rendere le strade più sicure” e impedire ai bambini di correre pericoli. E infatti, per il preside gli studenti “che vengono in bici a scuola dovranno esibire un numero di targa emesso dalla scuola stessa nel percorso da e verso la scuola”. Chi non ce l’ha “non potrà venire a scuola in bici” e “non potrà legarla sul suolo della scuola”.
Dunque sembrerebbe una misura preventiva, tanto che è stato predisposto un piano più ampio, con tanto di luci di posizione in regalo e corsi di manutenzione della bicicletta, ma alcuni genitori hanno cominciato a protestare: “Gli insegnanti stanno travalicando le loro responsabilità” e “assumono compiti genitoriali”. “Il maestro faccia il maestro, il genitore faccia il genitore”.
Ciò che tuttavia è bene evidenziare, al di là della polemica, è la definizione dei limiti delle responsabilità e dei compiti tra scuola e famiglia, che resta ancora da risolvere, almeno in Inghilterra.
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