Politica scolastica

Tassa sulle merendine, che cosa succede negli altri paesi del mondo

La tassa sulle merendine, l’idea avanzata dal ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, per finanziare l’aumento degli stipendi dei docenti e non solo, divide la maggioranza Movimento Cinque Stelle-Partito Democratico.

Il premier Giuseppe Conte non aveva chiuso, in un primo momento, a questa soluzione. Dopo l’altolà del leader politico dei Cinque Stelle Luigi Di Maio, che chiude a nuovi balzelli, il premier frena e chiarisce che ancora nulla è stato deciso: “La valuteremo insieme, ci ragioneremo e ci confronteremo. È prematuro dire se decideremo di sì”.

Tassa sulle merendine, cosa accade negli altri paesi

La tassa sulle bevande o alimenti che producono un numero eccessivo di calorie e quella sui biglietti aerei (Fioramonti ha proposto 1 euro per un volo nazionale e 1 euro e 50 per un volo internazionale) non sono soluzioni nuove a livello internazionale.

In Finlandia e Norvegia, ad esempio, è adottato da oltre 20 anni. In Danimarca è attiva da 8 anni, mentre in Ungheria e Francia rispettivamente da 9 e 8 anni. Il caso francese, inoltre, è particolare: nel paese d’Oltralpe è stata introdotta questa tassa che ha portato ad una drastica diminuzione delle vendite.

In Gran Bretagna si lavora ad una tassa del 20% anche sugli snack dolci, lo scorso anno è stata approvata la soft drinks industry levy, che prevede un sovrapprezzo di 0,20 euro al litro per bibite in cui la quantità di zucchero varia tra 5 e 8 grammi su 100 millilitri e di 0,27 euro al litro se lo zucchero supera gli 8 grammi per 100 millilitri.

Anche fuori dall’Europa la tassa sugli alimenti zuccherati è cosa ormai nota: sei anni fa il Cile ha aumentato l’aliquota sulle bevande zuccherate dal 13% al 18% per i drink contenenti 6,25 g di zucchero aggiunto ogni 100 ml. Lo stesso anno il Messico ha imposto una tassa del 10% sulle bevande con e senza zucchero.

Negli Stati Uniti non esiste una tassa nazionale, ma diversi stati la applicano.

Andrea Carlino

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