In ogni caso molte scuole si regolano su regole fantasma, approntate alla bisogna e certamente su suggerimento dei presidi che a loro volta se la prendono soprattutto con i privatisti, contrabbandando la richiesta dei contribuiti volontari come obbligatori.
Uguale marchingegno anche per gli alunni interni, alla maggioranza dei quali vengono fatti pagare contributi non dovuti, così come in un servizio giornalistico del Tg1 veniva denunciato.
Per i privatisti sembra inoltre che l’accanimento “tassario” sia ancora più rilevante, tanto da raggiungere cifre intorno ai 300 euro, mentre nel complesso la cifra dovuta alla scuola, dove si è stati assegnati per l’esame, riguarda solo 12,09 euro come tassa di esame e 15,13 euro per il diploma: tutto qui, come è stato detto in Tv dal funzionario Miur.
Tuttavia, suggeriscono i siti degli studenti, sarebbe bene farsi un giro delle scuole su internet per capire come ogni istituzione autonoma, quando lo pubblica sul proprio portale, faccia prezzi a piacere e in proporzione, forse, al languore, più o meno profondo e più o meno intenso e vigoroso, delle sue casse.
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