Categorie: Università e Afam

Tasse in atenei, accademie e conservatori: Link lancia la campagna “Siamo in rosso!”

Dopo anni di battaglie e 57.000 firme raccolte a supporto della legge di iniziativa popolare All-In per il Diritto allo Studio, lo scorso dicembre il parlamento ha approvato l’introduzione della no tax area in tutte le università, accademie e conservatori d’Italia.

“Oggi siamo nelle università di Torino, Milano, Trieste, Ferrara, Bologna, Pisa, Catania, Napoli, Bari, Lecce, con le nostre tasche vuote ed i visi rossi, come sono i nostri conti in banca. Per troppi anni l’università pubblica si è mantenuta solo grazie alle nostre tasse, ora siamo in ROSSO! Vogliamo l’applicazione immediata della NO TAX area, ma non solo: tasse più basse e più eque per tutti e tutte!” dichiara Andrea Torti – Coordinatore Nazionale di Link Coordinamento Universitario, che continua:

“Le misure introdotte dal ministero prevedono l’esenzione dalle tasse per chi ha un ISEE inferiore a 13.000 ma sui redditi fino a 30.000 il tetto previsto è molto elevato e sopra tale soglia le tasse non hanno alcun limite, così non si può continuare!”

“Daremo battaglia in tutte le università, affinché la nuova normativa migliori i sistemi di tassazione, senza alzare le tasse alle fasce di reddito più deboli, ne alzarle per i fuori corso. Sono ancora troppi, infatti, gli studenti e le studentesse in difficoltà a pagarsi l’università, o perché esclusi dall’accesso alle borse di studio (previste al massimo fino a 23.000 di ISEE) o perché ingiustamente puniti in qualità di fuori corso; questi ultimi hanno già pagato le tasse per gli anni di corso e ora utilizzano meno i servizi dell’Ateneo: far pagare tasse maggiorate è sbagliato e punitivo.”

“L’introduzione della no tax area negli atenei può essere una risposta al crollo di iscritti solo se all’interno di una più radicale inversione di rotta nelle politiche universitarie. Solo se si riaprono i corsi di laurea, si abolisce il numero programmato, ormai previsto in più della metà dei corsi, rifinanziando l’università e tornando ad assumere docenti universitari, sarà possibile aumentare gli iscritti. Per rendere l’università davvero accessibile a tutti è necessario che diventi gratuita, come avviene in tanti paesi europei, e che sia approvata All In, la legge di iniziativa popolare per il diritto allo studio universitario che prevede la copertura totale delle borse di studio per chi ha isee inferiore a 23.000, l’accesso alla borsa servizi per chi ha un isee poco superiore e l’introduzione del reddito di formazione.”

Per informazioni: www.coordinamentouniversitario.it

Redazione

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