Il progetto di realizzazione della Tav Torino-Lione rischia di trasformarsi in motivo si spaccatura del Governo gialloverde: da una parte c’è la Lega, con il suo leader, Matto Salvini, che si dice “fiducioso che la Tav si faccia”; dall’altra il M5S, con l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, continua ad opporsi in tutti i modi.
Luigi Di Maio lo ha ribadito il 2 febbraio, in una diretta Facebook con Alessandro Di Battista dalla stazione di Pescara, per la campagna elettorale a favore della candidata alla presidenza dell’Abruzzo Sara Marcozzi, spiegando che prima della Tav ci sono altre impellenze. Tra cui la costruzione di nuove scuole.
“Noi – ha detto il pentastellato – finché saremo al governo ci opporremo a spendere 20 miliardi che sono di contribuenti europei quando con gli stessi soldi costruiresti 2.500 scuole, 150 mila aule per due milioni e mezzo di alunni. In maniera antisismica”.
L’idea del vice-presidente del Consiglio non sembra malvagia, considerando che i costi di manutenzione e messa a norma di tanti istituti sono così elevati che sarebbe molto più conveniente rifare le strutture da capo.
Di Maio ha poi aggiunto: “Non caschiamo nello slogan ‘apriamo i cantieri’. Quelli aperti devono andare più velocemente, ma poi ci servono soldi da tagliare dove non servono e da investire dove servono”
Per il vicepremier grillino, “finchè ci sarà il Movimento 5 Stelle al governo, per quanto mi riguarda la Tav Torino-Lione non ha storia, non ha futuro”.
Perché, ha continuato Di Maio, “le peggiori lobby di questo Paese vogliono che si inizi a fare la Tav, che è a zero come cantiere. Ma quando tutti i signori che in questi anni hanno sostenuto Renzi e Berlusconi stanno da una parte, il M5s sta dall’altra, dalla parte delle opere utili come la nuova metro a Torino, una linea Roma-Pescara, la Tav Palermo-Catania. Quando i signori dei grandi potentati che hanno ridotto il Paese in queste condizioni tifano per un’opera inutile come la Torino-Lione il M5s sta col popolo”, ha concluso il ministro del Lavoro.
Gli fa eco Alessandro Di Battista (M5S), che accanto a Di Maio smentisce “la scemenza totale che sentirete nei prossimi mesi, del M5s contro le infrastrutture: noi siamo per le opere che servono ai cittadini, ai pendolari. Dato che si parla di buchi ridicoli, Tav e altre stronzate del genere, andiamo a chiedere qui in biglietteria a Pescara per andare a Roma come si può fare”.
I due esponenti del Movimento si sono presentati in biglietteria. Ma non hanno trovato treni diretti per Roma.
“Questo è l’impegno – ha concluso Di Maio – che prendiamo con gli italiani: sulla Roma-Pescara, la Asti-Cuneo, la Catania-Palermo. Dobbiamo fare queste opere e farle più velocemente di quanto fatto finora. I cantieri aperti vanno velocizzati e quelli da aprire devono andare velocissimi”.
Di tutt’altro avviso è Matteo Salvini. Intervistato da La Stampa, dopo la visita al cantiere della Torino-Lione, il leghista ha detto: “Non mi farete mai litigare con i 5Stelle. La stabilità di governo non è messa in discussione. Sono fiducioso che la Tav si faccia. Ragioneremo con pacatezza e, come facciamo sempre, troveremo un compromesso”.
“Nessuno di noi è un ultras che rimane fermo sulle sue posizioni”. Del cantiere visitato si è detto “entusiasta”.
“Bisogna andare a vedere per capire di cosa sto parlando. Una cosa è parlarne in via teorica e guardare in televisione quello che è stato fatto, un’altra cosa è vedere di persona come ho fatto io”, è l’invito del ministro: è “una grande opera ingegneristica, un miracolo italiano”.
Sulla Torino-Lione, ha continuato Salvini, “ci porterei in visita deputati, senatori, i sindaci. Ci dovrebbero andare anche le scolaresche in quelle gallerie”.
“Poi possiamo metterci attorno a un tavolo e discutere – è la sua proposta – perché i 5Stelle hanno ragione nel dire che il progetto originario è stato sovrastimato. Possiamo, anzi dobbiamo rivederlo”.
A proposito di chi sostiene che la Tav comporterebbe rischi per la salute, il ministro dell’Interno dice che “i dati dell’Università di Torino, sezione Medicina del lavoro, assicurano che non ci sono rischi per le persone, non c’è l’amianto” e, “per quanto riguarda l’impatto ambientale”, “si tolgono dalla strada un milione di Tir all’anno che vuol dire tre milioni di tonnellate di CO2 in meno nell’aria”.
Chi sembra avere l’ingrato compito di mediare le due parti, amiche di governo ma contrapposte, è Danilo Toninelli: il ministro dei Trasporti è stato intervistato anche lui da La Stampa per un botta e risposta. “Sappiamo – ha detto – che su questo dovremo trovare un punto di caduta con la Lega, esattamente come prevede il Contratto di governo. Sono convinto che troveremo la quadratura del cerchio, come abbiamo sempre fatto. E sono certo che il governo non è assolutamente a rischio. Prometto tempi stretti e, aggiungo, anche nessun soldo perso o sprecato”.
E ancora: “Salvini parla di un milione di Tir l’anno tolti dalla strada grazie alla Tav. Sembra un numerone; peccato che si tratti in realtà di appena 2-3mila Tir al giorno, quando sulla tangenziale di Torino passano quotidianamente circa 60mila mezzi pesanti. Allora si capisce come il tema sia quello delle priorità nelle scelte”.
Poi, in una diretta Facebook, Toninelli ha assicurato che “tra poche giorni avrete l’analisi costi-benefici della Tav”.
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