Secondo Flc-Cgil, Cisl-Scuola, Snals e Anief non c’è alcun dubbio: il Tribunale di Roma ha respinto la richiesta della Uil Scuola di essere ammessa ai tavoli di contrattazione.
Della vicenda ci siamo già occupati in un precedente ampio servizio riportando, tra l’altro, la posizione di Uil Scuola che parla di un primo passo in avanti per il riconoscimento della piena partecipazione del sindacato ad ogni forma di contrattazione integrativa.
Di parere del tutto contrario sono invece gli altri 4 sindacati secondo cui la richiesta di Uil Scuola risulta secondo il Tribunale del tutto infondata.
Alla luce del quadro normativo vigente, scrive infatti il giudice nella sentenza, “non sussiste …. il diritto della Federazione ricorrente all’ammissione alla contrattazione collettiva integrativa”.
“Resta invece in sospeso la questione riguardante gli altri istituti delle relazioni sindacali (informazione e confronto) per i quali – scrivono ancora i 4 sindacati – il giudice ha deciso il rinvio della causa per la trattazione del merito”.
Entro il 5 giugno le parti potranno far pervenire ulteriori note scritte, ai fini dell’assunzione delle decisioni definitive.
La “battaglia” legale si preannuncia complessa perché le 4 organizzazioni hanno già deciso di incaricare i propri uffici legali perché facciano pervenire al Giudice le loro osservazioni. Secondo Cgil, Cisl, Snals e Anief, insomma, a decidere quali debbano essere i soggetti titolari delle relazioni sindacali non può che essere il Contratto nazionale.
Per il momento – ribadiscono le 4 sigle – “l’unica certezza è la non ammissibilità alla contrattazione integrativa (nazionale, regionale o di istituto) di un’organizzazione che non abbia sottoscritto il CCNL”.
I firmatari del comunicato ricordano a Giuseppe D’Aprile che proprio il suo sindacato, nel 2018, sosteneva questa posizione, “allorquando si costituì in giudizio contro un’altra organizzazione sindacale non firmataria del CCNL che aveva fatto ricorso al Giudice chiedendo di essere ammessa alla contrattazione integrativa”.
“Alla luce di quel precedente – concludono – è difficile individuare una linea di coerenza con le posizioni sostenute nell’attuale ricorso, che appaiono diametralmente opposte”.
L’accenno alla coerenza appare anche un richiamo, per nulla casuale, allo slogan con cui il sindacato di D’Aprile si sta presentando alle elezioni per il rinnovo del CSPI: “Vota Uil, scegli la coerenza”.