Abrogare o cambiare la legge Moratti?
Se n’è parlato il 18 e il 19 giugno a Milano e a Firenze nell’ambito di due manifestazioni promosse dal “Tavolo Fermiamo la Moratti” e la risposta alla domanda è stata ovviamente affermativa.
A Firenze i toni sono stati particolarmente duri: nel comunicato stampa conclusivo si parla della riforma Moratti come di una “legislazione eversiva che contrasta con il ruolo che la Costituzione assegna all’istruzione scolastica statale” e se ne chiede al prossimo Governo l’abrogazione da farsi anche mediante un decreto-legge.
Ma, rispetto alla bozza di disegno di legge che circolava fino a qualche giorno fa, sono già stati fatti alcuni aggiustamenti.
Non si parla più di ripristino della legge n. 9 del 1999 che aveva elevato l’obbligo scolastico a 15 anni (Enrico Panini, segretario nazionale di Cgil-Flc si era mostrato decisamente contrario a questa ipotesi); la formulazione sulla quale il coordinamento ha raggiunto l’accordo è molto chiara e riprende quasi alla lettera la dichiarazione resa da Panini al nostro giornale qualche giorno fa: “Ripristino immediato dell’obbligo scolastico (che è diverso dall’ambiguo diritto-dovere affermato nel decreto Moratti) nell’immediato fino a 16 anni, ma con l’obiettivo di una elevazione rapida fino a 18 anni”.
Da Milano, invece, non è ancora stata resa nota una proposta precisa anche se i promotori della manifestazione preannunciano una conferenza stampa per la metà di luglio nel corso della quale verrà presentato il testo di una proposta di legge di iniziativa popolare.
Ma c’è scollamento fra le diverse iniziative: a Firenze si è parlato di una assemblea nazionale del “Tavolo Fermiamo la Moratti” per la fine di settembre o l’inizio di ottobre al massimo, mentre da Milano parte l’idea di un incontro nazionale da farsi a novembre.
Chi invece sembra avere le idee chiare sul percorso da compiere è Andrea Ranieri, responsabile scuola dei Democratici di Sinistra, che, da noi interpellato, fa sapere che la proposta dei DS è molto chiara ed è contenuta in un documento nato dal convegno “Le Regioni e le politiche del sapere” svoltosi a Roma un paio di mesi fa.
“Non basta parlare di abrogazione della legge n, 53 – dichiarano i responsabili del settore scuola dei DS – ci vuole una proposta alternativa e noi stiamo lavorando per costruirla”.
Ed eccoli – in sintesi – i punti qualificanti della proposta dei DS: sviluppo quantitativo del sistema dei nidi, generalizzazione della scuola dell’infanzia, generalizzazione degli istituti comprensivi, valorizzazione dei modelli didattici del tempo pieno e del tempo prolungato, abrogazione dei primi provvedimenti attuativi della legge Moratti, riconoscimento delle competenze delle istituzioni scolastiche autonome, istruzione obbligatoria fino ai 16 anni (“ma nel quadro di un processo di affermazione del diritto all’educazione per tutti sino a 18 anni”).
“Nell’immediato – precisa Ranieri – noi pensiamo all’innalzamento dell’obbligo scolastico fino al biennio della scuola secondaria superiore, non unico ma unitario”.
E non manca un accenno (rapido ma significativo) alla “verifica sistematica della qualità del sistema, per innalzarne il livello complessivo e condurre interventi a sostegno delle aree in difficoltà”.
“E’ questo – conclude Ranieri – il modo concreto per cancellare la legge Moratti e per capovolgere le logiche che caratterizzano l’attuale politica scolastica”.
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