C’è attesa per sapere quanti istituti tecnici e professionali hanno chiesto di aderire alla sperimentazione dell’istruzione superiore, con il percorso di studi ridotto da cinque a quattro anni con accesso diretto agli Its e quindi, al termine dei 4 + 2 anni, direttamente nel mondo del lavoro.
Le prime notizie indicano che le adesioni delle scuole, avallate dai loro organi collegiali e ratificate entro lo scorso 12 gennaio, ci sono effettivamente state. Le regioni più grandi, soprattutto del Centro-Nord, ne hanno prodotte alcune decine ciascuna. Tuttavia, non sembra che abbiano toccato numeri altissimi.
In Lombardia, dove è concentrato il più alto numero di istituti tecnici e professionali in Italia, il 15 gennaio la regione ha comunicato che gli istituti superiori statali che hanno aderito sono una trentina, a fronte di circa 250 istituti tecnici e professionali complessivi: quindi, se i calcoli sono giusti, avrebbero detto sì al corso concentrato su 4 anni poco più del 10%, forse il 15%, degli istituti superiori coinvolti. Un risultato, se confermato, considerando il pochissimo tempo a disposizione che hanno avuto le scuole per decidere, non certo da disprezzare, ma nemmeno da considerare entusiasmante.
“Sono 34 le candidature, 29 le scuole coinvolte, 42 gli Enti IeFP e 20 le Fondazioni ITS che faranno parte delle filiere formative in ambito tecnologico professionale con più di 100 percorsi formativi e oltre 1.500 studenti lombardi interessati”, ha fatto sapere l’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia.
Poi, resta da vedere se effettivamente arriveranno le iscrizioni al primo anno (che le famiglie degli studenti dovranno ufficializzare tra il prossimo 18 gennaio e il 10 febbraio): perchè avere aderito alla nuova filiera tecnico-professionali non comporta alcuna certezza sull’effettivo avvio della sperimentazione già dal prossimo mese di settembre.
A sentire il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, quello raggiunto sino ad oggi è comunque “un riscontro eccezionale”, quindi “la riforma partirà già dal prossimo anno scolastico, dal 2024-2025″: in attesa delle “verifiche della commissione che dovrà controllare la regolarità delle domande e dei requisiti presentati, devo dire che siamo particolarmente soddisfatti”, ha sottolineato il numero uno del Mim parlando all’Istituto Galdus di Milano.
Secondo Valditara, l’adesione al tecnico ridotto a 4 anni “in Lombardia è andata molto bene, molto bene anche il Mezzogiorno, ma anche in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Lazio”, perché “c’è voglia di crescita, di riscatto, di un collegamento sempre più stretto tra mondo del lavoro e mondo della scuola”.
E ancora: le richieste da parte delle scuole superiori “ci sono state in tutte le regioni, poi ovviamente ci sono regioni che hanno risposto meglio e altre che hanno risposto con qualche difficoltà in più, ma la cosa che mi è piaciuta molto è che sono state tante le filiere, e filiere anche molto ricche, quindi con molte imprese coinvolte. In alcune realtà è stato fatto un progetto davvero straordinario. Sono stati smentiti coloro che pensavano che la riforma in via sperimentale fosse un fallimento“.
Valditara ha anche dichiarato che “tutte le associazioni di categoria non solo hanno condiviso pienamente questa riforma, ma ci hanno chiesto di partire rapidamente perché il mondo della produzione ha un drammatico bisogno di competenze”.
A questo proposito, il ministro del dicastero bianco ha ricordato che “secondo il dato di Unioncamere il 48% delle qualifiche del mondo produttivo non viene offerto dal nostro sistema scolastico”: ecco perché i nuovi percorsi che portano agli Its rappresentano una possibilità rilevante. Sempre che le famiglie dicano sì.
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