Non è solo una “sfida culturale” ma anche una sfida contro il tempo: la messa a regime dei nuovi ordinamenti per il secondo biennio e il quinto anno degli istituti tecnici e professionali si gioca su tempi strettissimi, in particolare per l’attivazione delle opzioni, che costituiscono una ulteriore declinazione degli indirizzi attraverso l’utilizzo delle quote di flessibilità. Lo scopo è di rispondere alle esigenze di specifiche realtà produttive, rilevanti sotto il profilo dell’identità del territorio e influenti sul piano socio-economico, che non hanno trovato adeguata e corrispondente collocazione nel nuovo assetto ordinamentale. L’elenco delle opzioni è contenuto in due decreti interministeriali che fissano gli ambiti, i criteri e le modalità di individuazione, differenziati tra istruzione tecnica e istruzione professionale. La flessibilità può prevedere, a differenza della quota di autonomia, la sostituzione di una o più discipline dell’area di indirizzo.
Dopo il parere favorevole del Cnpi, del 23 novembre sulla parte generale delle Linee guida, e del 14 dicembre sui decreti delle opzioni, l’iter formale necessita di altri passaggi: l’acquisizione del parere della Conferenza Stato-Regioni, la firma congiunta Miur-Mef, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Solo a quel punto l’istituzione scolastica interessata può chiedere alla Regione competente di attivare l’opzione richiesta e contenuta nell’elenco nazionale. E poi incalzano le iscrizioni, l’orientamento, la formazione degli organici. Tutte questioni che hanno indotto il Cnpi a chiedere una audizione all’Amministrazione.
TEMPI. Il direttore generale per l’Istruzione e Formazione Tecnica Superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni, Raimondo Murano, ha assicurato di aver messo in atto tutte le condizioni affinché la definizione dei provvedimenti arrivi a conclusione entro il corrente anno solare, in modo da garantire agli allievi, che inizieranno il secondo biennio nel prossimo anno scolastico, una formazione pienamente rispondente alle esigenze dei settori economico-produttivi più significativi nel territorio e ai fabbisogni del mondo del lavoro e delle professioni.
ORGANICI. Il Direttore generale, dopo aver ricordato che l’utilizzo degli spazi di flessibilità destinati all’articolazione in opzioni deve avvenire “nei limiti delle dotazioni organiche assegnate senza determinare esuberi di personale”, ha affermato che anche nella fase transitoria, in attesa della generale riorganizzazione delle classi di concorso, “tutti gli insegnamenti relativi alle discipline professionalizzanti afferenti alle opzioni, dovranno essere ricondotti alle classi di concorso attualmente vigenti, tenendo opportunamente conto delle effettive disponibilità di organico presenti nelle istituzioni scolastiche interessate”.
ORIENTAMENTO. Al riguardo il Cnpi auspica che l’Amministrazione assuma tutte le opportune iniziative atte a mettere le istituzioni scolastiche in condizione di predisporre tempestive ed efficaci azioni di orientamento nei confronti degli studenti e delle loro famiglie.
FORMAZIONE DOCENTI. Il Cnpi ritiene indispensabile che il riordino dell’istruzione tecnica e professionale sia affiancato da opportune misure di accompagnamento in termini di formazione e aggiornamento dei docenti, pensate in funzione dello sviluppo dell’autonomia scolastica e dotate degli opportuni finanziamenti. “L’assenza di una adeguata strategia della formazione, comprensiva di verifica degli esiti, decreterebbe il fallimento del processo di riforma”.
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