Obiettivo per la crescita e lo sviluppo economico è arrivare alla “Gender equality” come priorità strategica per realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030; arrivare alla parità di genere anche nel campo del digitale come autostrada per la competitività e l’innovazione tecnologia del nostro Paese.
Sono diverse le iniziative che vanno in questa direzione, con l’obiettivo di eliminare o ridurre il più possibile il gap del genere femminile nei confronti degli uomini nel contesto del mondo digitale.
Un progetto sicuramente significativo è quello promosso da Fondazione Mondo Digitale chiamato “Coding Girls”. arrivato alla sua settima edizione. Nell’edizione di quest’anno sono state coinvolte 15.000 ragazze in 24 Province, con un programma formativo ampio e sviluppato con la collaborazione anche di Microsoft ed ENI.
Quest’anno le studentesse delle scuole superiori possono contare anche su un Network molto importante grazie al supporto di una rete di 32 partner accademici, presenti in tutte le regioni.
Il progetto iniziale nato nel 2004 è via via cresciuto fino a diventare un programma formativo per allenare le nuove generazioni alle materie STEM e per aiutare le ragazze ad orientarsi nella carriera del proprio futuro.
Molto importante è che le ragazze percepiscano sin da piccole le grandi potenzialità del ragionamento scientifico, in un contesto che vede le donne studiare di più, partecipare alla vita culturale ma privilegiare alla fine studi con meno prospettive di carriera e retributive.
Per diminuire il gap con gli uomini sul fattore delle competenze digitali è necessario che scuola e Università lavorino a braccetto per potenziare la presenza femminile nei settori tecnologici superando vecchi stereotipi e pregiudizi che spesso tendono a condizionare anche le nuove generazioni.
Intelligenza artificiale, realtà virtuale, Big data, IoT sono solo alcune delle nuove tecnologie che le donne devono e possono masticare meglio degli uomini stessi.
Serve contaminazione positiva, serve trasmettere entusiasmo dei ricercatori verso le nuove generazioni, proponendo e raccogliendo la testimonianza di modelli positivi di donne scienziate che sono riuscite a realizzare le loro passioni e sogni e anche di donne meno famose ma che si sentono però realizzate e serene nel loro lavoro tecnologico.
In questa nuova edizione il progetto Coding Girls racconta, infatti la “rivoluzione gentile delle giovani donne”, fatta di tante storie “fuori quota”, vissute nella “normalità”, senza sgomitare ma affermando “solo” si fa per dire il valore della competenza, essenza della professionalità e del sapere che non deve avere sesso.
I dati purtroppo parlano da soli. Le donne presenti nei CDA di società quotate in borsa sono arrivate al 36,4%, mentre molto più scarsi sono i numeri di donne Amministratori Delegati con appena il 6% e il 10% come ruolo di Presidenti. Le donne sono inoltre ancora poco presenti anche in altri ruoli importanti come quello della Sanità, la Magistratura, Ambasciatori, Corte Costituzionale.
Evidentemente sono ancora diversi i fattori ostativi in tal senso. In Italia non è certamente facile conciliare la vita privata con il lavoro, forse l’accelerazione dello smartworking dovuto al Covid 19 potrebbe essere da facilitatore.
Ma attenzione alle quote rosa ad ogni costo, meglio essere sotto-rappresentate che mal rappresentate, è giusto che chi abbia la competenza e la professionalità arrivi in alto come un uomo, ma la rivoluzione e il cambiamento devono passare per le competenze, deve essere un passaggio inclusivo non forzato.
Il Global Gender Gap report 2020 mette a confronti i dati di 153 Paesi sui loro progressi in fatto di parità del genere. La statistica tiene in considerazione 4 parametri: la partecipazione economica e opportunità, livello di istruzione, la salute e la responsabilizzazione politica. La parità di genere confronta la possibilità di carriera, il livello di istruzione la possibilità di carriera. Con il trend attuale sembra vogliano volerci 100 anni ancora per festeggiare il superamento del Gender Gap, SI tratta di un valore medio perché considera ad esempio 12 anni il tempo necessario per raggiungere la parità a livello di istruzione, ma ben 257 anni per colmare il gap del lavoro!
Guardando al futuro e alle tecnologie emergenti il rapporto rileva una forte sotto-rappresentanza femminile nei ruoli emergenti.
Nel cloud computing, solo il 12% dei professionisti sono donne. Analogamente, in settori come ingegneria, dati e intelligenza artificiale, i numeri sono rispettivamente del 15% e del 26%.
La sfida è quella di offrire alle donne le giuste competenze e su questo giocano un ruolo fondamentale la scuola e l’Università e programmi di riqualificazione per consentire loro di raggiungere ruoli apicali in questi settori.