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Tecnologie didattiche

Il programma si articola in due diverse azioni:

• il Progetto 1A (unità operative per i docenti) che prevede un limitato finanziamento (mediamente 11.500.000) per l’acquisto e la gestione di postazioni multimediali destinate all’uso dei docenti e per l’organizzazione di corsi di formazione per docenti

• il Progetto 1B (Multimedialità in classe) che prevede finanziamenti più consistenti (42 milioni) per l’acquisto e la gestione di attrezzature informatiche da utilizzare per la multimedialità nella didattica con gli studenti

Nel corso dei primi due anni (97-98 e 98-99) sono stati attivati complessivamente circa 10 mila progetti del tipo 1A e poco meno di 7000 progetti del tipo 1B
"Dal monitoraggio – affermano gli estensori del rapporto di sintesi – risulta che il livello di coinvolgimento dei docenti è elevato"; i dati dimostranno che sono interessati all’utilizzo delle tecnologie nella didattica un po’ meno della metà dei docenti, mentre più di un quarto di essi le utilizzano  regolarmente; le percentuali dei docenti "utilizzatori" di tecnologie aumenta con l’aumentare dell’ordine di scuola, anche se in realtà le differenze fra scuola elementare e scuola superiore sono piuttosto ridotte.
Il rapporto stima in un milione e mezzo il numero di studenti che complessivamente sarebbero coinvolti nel progetto.
Ma quante e quali attrezzature sono state acquistate con i fondi che il MPI ha assegnato alle scuole e come vengono sfruttate le nuove tecnologie della comunicazione ?
Si parla di poco meno di 100  mila PC, per lo più dislocati in una unica aula-laboratorio che, molto spesso, viene messa a disposizione degli studenti anche in orario extra-scolastico.
L’uso di internet sembra ormai un dato acquisito, in quanto poco meno di 4000 dichiarano di disporre di un collegamento e il 90% di quelle ancora non collegate dichiarano di avere intenzione di attivare una connessione a breve.
Quasi 2800 scuole hanno e usano un indirizzo di posta elettronica, mentre 3500 istituti dichiarano di "navigare" abitualmente in rete.
Mille scuole infine affermano di avere una propria pagina Web.
Complessivamente gli esiti del programma sono considerati soddisfacenti anche se non mancano zone d’ombra sulle quali il monitoraggio non riesce a fornire elementi di valutazione; per esempio permangono dubbi sulle effettive modificazioni all’intero curricolo indotte dall’introduzione delle nuove tecnologie.
C’è insomma il rischio, che molti osservatori hanno sottolineato in questi anni, che il computer in aula o in laboratorio arricchisca sì la scuola e il piano di studi ma non modifichi molto l’impianto "trasmissivo" della scuola italiana.

Reginaldo Palermo

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