Accertata, con conferma, la grande confidenza che i ragazzi hanno con le tecnologie digitali e con il formato tablet in particolare, insieme all’interazione fra di loro, sia in classe e sia da casa, attraverso le risorse della rete, come i servizi di chat, le materie che hanno più beneficiato in questo processo di apprendimento ad alta socializzazione tecnologioca, ma sotto la guida degli insegnanti, sono state le materie letterarie, come italiano, storia, filosofia.
Delle difficoltà, scrive Il Sole 24 Ore che riporta i risultati della sperimentazione in alcune scuole, si sono avute con le materie scientifiche come fisica e matematica.
Il tablet infatti può manipolare testi (ricercare, tagliare, incollare, scrivere, riassumere), mentre è più difficile redigere equazioni, formule, fare grafici, disegnare e calcolare angoli per i quali occorrono software particolari. A questo proposito è prevedibile che nel tempo questa graduatoria venga modificata dall’esperienza, dovuta proprio all’uso di software ad hoc per la matematica, la fisica e la chimica.
Ma dov’è allora la vera sorpresa dei dati di questo primo monitoraggio di ImparaDigitale? “La vera variabile che fa la differenza è la preparazione dei docenti e il loro ruolo svolto nell’incoraggiamento e nel supporto agli studenti in tutte le fasi del processo di apprendimento”. In altri termini i risultai buoni e meno buoni sono stati condizionati dal ruolo che ha avuto il corpo docente.
Addossare dunque le colpe al mancato acquisto di tecnologie, senza fare i conti con la preparazione dei docenti, la non adozione di strategie didattiche digitali non appare quindi corretto.
“L’eccellente notizia, che ha anche un valore pedagogico e di crescita psicologica degli studenti di questi primi embrioni di scuola digitale, è che i ragazzi hanno risposto al monitoraggio in modo molto maturo, riconoscendo che il ruolo di mediazione svolto dai docenti è fondamentale per la qualità della loro esperienza.
In uno slogan riassuntivo: per una grande esperienza formativa nella scuola digitale del futuro bisogna partire dal corpo docente, che deve formarsi e deve motivare i discenti a un nuovo modo di apprendere. Per tutto il resto, il terreno è fertile, e darà copiosi frutti”.
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