Quanto accaduto nella scuola dell’infanzia di Colorno (due maestre sono state arrestate e sono sotto inchiesta giudiziaria) fa tornare d’attualità la questione delle telecamere nelle scuole.
“Oramai – commenta Carlo Rienzi, presidente del Codacons – non esiste più alcun dubbio sulla necessità di installare sistemi di videosorveglianza negli asili e nelle scuole, per prevenire violenze sia a danno degli alunni che degli insegnanti , violenze che crescono di giorno in giorno”
“La quasi totalità dei docenti – aggiunge Rienzi – è a favore dell’introduzione delle telecamere nelle aule, unica misura in grado di individuare e punire comportamenti scorretti nelle scuola. I soli contrari sono i sindacati di categoria, che con il loro ostruzionismo ideologico rischiano di agevolare episodi come quello emerso oggi nel parmense”.
“Su questo punto – dichiara la deputata di FI Annagrazia Calabria – il legislatore ha una grave responsabilità: aver bloccato nella scorsa legislatura la nostra legge sulla videosorveglianza. L’installazione di sistemi di videosorveglianza negli asili e nelle strutture socio-assistenziali per anziani e disabili è un fattore determinante di prevenzione oltre che di rapida repressione dei crimini. Senza dimenticare un aspetto fondamentale del testo della nostra proposta di legge che riguarda la formazione del personale e i requisiti di idoneità a svolgere determinati ruoli”.
In netta controtendenza la responsabile scuola del PD Simona Malpezzi che, al nostro telefono, commenta: “Non sono le videocamere a risolvere il problema. Io non voglio mandare le mie figlie a scuola tranquille perché ci sono le videocamere, ma perché ci sono insegnanti preparanti di cui mi fido. La figura dell’adulto deve essere considerata solida. È necessario incentivare il lavoro di squadra tra i docenti, la presenza della psicopedagogista, di un lavoro costante di coordinamento. Le scuole sono sicure sa abbiamo la garanzia di avere insegnanti di qualità. La videocamera non previene il problema: quindi hai già una vittima”.
Tutto questo senza dimenticare che, nella scorsa legislatura, le proposte di legge che facevano cenno alle videocamere si bloccarono proprio su questo punto perché le norme in vigore in materia di privacy non consentono, per il momento, di installare sistemi di videosorveglianza.
Divieto che, a seguito dell’entrata in vigore del regolamento europeo, potrebbe diventare persino più stringente.
Vedremo quindi in che modo il nuovo Governo (il Contratto Lega-M5S parla esplicitamente di videocamere nelle scuole) intende superare questo vincolo.
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