Categorie: Attualità

Telecamere in classe? Meglio di no. L’esito del nostro sondaggio

La possibilità di installare telecamere nella classi è dunque argomento sensibile, visto che, in meno di una settimana, il nostro sondaggio è stato votato da oltre 2.000 lettori. Materia antica del resto, per la quale anni addietro fu persino interpellato il Garante della privacy che mise in chiaro e definì le garanzie dei minori, la cui tutela prevale in ogni caso sulla necessità di creare dei deterrenti ai fenomeni di bullismo, vanificando così le intenzioni di chi proponeva la loro attivazione proprio per far sentire gli studenti in qualche modo controllati e di conseguenza più responsabili.

“Viene da sé che anche qualora vi fossero in atto situazioni di pericolo, anche per l’incolumità degli studenti, dei docenti e dei lavoratori, restano di competenza dell’autorità giudiziaria o di polizia le iniziative intraprese a fini di tutela dell’ordine pubblico o di individuazione di autori di atti criminali (per es. spacciatori di stupefacenti, adescatori, ecc.)“.

Giorni addietro tuttavia la riproposizione dell’installazione delle telecamere  è stata chiesta da gruppi e comitati di genitori per prevenire anche la violenza dei prof contro gli alunni, dopo il caso di alcune maestre che picchiavano e maltrattavano i bambini. E infatti il nostro sondaggio ha preso le mosse proprio da questi ultimi fatti di cronaca  e per lo più proprio per questi fatti è stato lanciato ai nostri lettori che hanno tuttavia risposto in modo massiccio.

Inattesa la loro risposta.

Quasi in parità tra chi la definisce una misura da “Grande fratello”, un occhio cioè puntato sui docenti per controllarne le attività, spiegazioni e preparazione compresa, e chi giudica il mezzo importante per la tutela della sicurezza, quindi sia contro i bulli e sia contro i prof maneschi: rispettivamente 32% e 33%.  

Che possa invece trattarsi di una vera e propria “violazione dei privacy” a danno del dialogo educativo che si svolge in classe tra alunni e docente, insieme a un possibile controllo da parte del dirigente che magari vuole serrarsi un corno contro un collega particolarmente “contrastivo”, il 22%; che appare stranamente una minoranza, visto che certi principi, come la libertà di insegnamento, non sono negoziabili, e per nessun motivo.

E se i “non so” sono minimi, ma presenti (1%), pochi sono pure coloro, il 12%, convinti che le telecamere siano importanti per prevenire il bullismo, senza però nulla togliere al fatto che, chi ha buone intenzioni,  può sfogare le proprie violenze anche fuori dalla classe, malmenando i compagni e vessandoli perfino sul portone della scuola.

Le nostre considerazioni, leggendo il risultato del test? A parte il fatto che per controllare tutte le classi di tutta Italia ci vorrebbe pure una schiera di “feroci controllori”, la maggioranza si sentirebbe in estremo disagio a lavorare con un occhio puntato su di sé e sulle sue performance professionali; anche noi del resto ci sentiremmo non più liberi, non più docenti seri e responsabili delle nostre azioni, e anche se dessimo il meglio di noi stessi (come i professionisti seri sanno fare), lo si potrebbe attribuire non già più alla nostra sapienza ma a quell’occhio, per paura del quale non saremmo più giudicati come noi stessi siamo nella realtà, ma come la telecamera ci vuole e come ci vuole quel pubblico seduto e immaginato  oltre la quarta parete di un teatro mediatico nel quale si trasformerebbe la scuola.

 

Pasquale Almirante

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