Sta entrando nel vivo l’idea del Governo di installare telecamere fisse all’interno delle scuole con alunni fino a sei anni e nei luoghi di cura: la maggioranza parlamentare ha infatti presentato una proposta di legge – specifica sulle misure per prevenire e contrastare maltrattamenti o abusi in asili, scuole e strutture per anziani e disabili – ed in questi giorni le commissioni di competenza della Camera stanno ascoltando esperti in materia e rappresentanti delle parti coinvolte.
Il primo ad essere ricevuto in audizione – presso le commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavoro pubblico e privato – è stato il Garante della Privacy, Antonello Soro. Il quale ha espresso tutte le sue perplessità sull’iniziativa, confermando anche la posizione negativa del predecessore Francesco Pizzetti, e spiegando uno ad uno i motivi delle sue riserve.
“Il testo proposto presenta indubbi miglioramenti rispetto a quelli originariamente presentati nella scorsa legislatura”, ha esordito Soro. Perché “l’installazione delle telecamere – ha aggiunto – da obbligatoria è stata resa facoltativa, subordinata al consenso degli ospiti nel caso delle strutture socio-sanitarie o socio-assistenziali; sono stati previsti la cifratura dei dati raccolti e il divieto di accesso agli stessi, superabile solo dagli organi inquirenti in sede di indagine; è stato aggiunto un riferimento alle sanzioni applicabili in caso di violazione delle prescrizioni a tutela della sicurezza dei dati”.
“Tuttavia – ha proseguito Soro -, l’ambito di operatività del trattamento resta alquanto ampio e poco omogeneo. La videosorveglianza sarebbe, infatti, ammessa negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia, nonché nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e disabili, a carattere residenziale, semiresidenziale o diurno”.
“Sotto questo profilo, dunque, si potrebbe condurre un’ulteriore riflessione sul perimetro di operatività della norma, valutando se effettivamente tutti i luoghi indicati presentino un grado di rischio adeguato a legittimare una limitazione comunque importante della libertà del lavoratore nell’adempimento della prestazione educativa o di cura”.
“È auspicabile – ha continuato il Garante – che siano valorizzate anche le misure volte a investire, in chiave preventiva, sulla formazione degli operatori, introducendo anche sistemi di controlli più articolati che coinvolgano attivamente il personale tutto e, se del caso, le famiglie stesse senza comprometterne il rapporto fiduciario”.
“Nei contesti di relazione come quelli esaminati, nei quali ciò che conta è la qualità del rapporto instaurato tra le parti, nessuna telecamera potrà mai sopperire a carenze insite nella scelta e nella formazione del personale deputato all’educazione e all’assistenza dei soggetti meritevoli della maggiore attenzione”, ha concluso Soro.
Le audizioni presso le Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro, proseguiranno nei prossimi giorni e saranno trasmessi in diretta web tv: mercoledì 3 ottobre, alle ore 9, presso la Sala del Mappamondo, è atteso l’intervento del presidente dell’Autorità garante per l’infanzia, Filomena Albano; alle ore 15, presso l’Aula della Commissione Lavoro, sarà la volta dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
Tra i sostenitori della proposta di introdurre le telecamere nei nidi e nelle scuole d’infanzia, c’è anche Matteo Salvini, leader della Lega, ministro dell’Interno e vice-premier, che alcuni mesi fa nel corso di un’iniziativa elettorale a Terni ha detto in modo perentorio: “Da papà farò di tutto perché sia approvato il progetto di legge per avere telecamere negli asili, nelle scuole e nelle case di riposo”.
“Per rispetto delle maestre perbene che sono il 99 per cento, come gli infermieri. Però chi mette le mani addosso a un disabile o a un bambino è una bestia che non può tornare a fare quel lavoro”, ha concluso in modo perentorio il vicepremier.
Pure secondo la deputata di FI Annagrazia Calabria, “il legislatore ha una grave responsabilità: aver bloccato nella scorsa legislatura la nostra legge sulla videosorveglianza. L’installazione di sistemi di videosorveglianza negli asili e nelle strutture socio-assistenziali per anziani e disabili è un fattore determinante di prevenzione oltre che di rapida repressione dei crimini”.
In netta controtendenza la responsabile scuola del PD Simona Malpezzi che, al nostro telefono, commenta: “Non sono le videocamere a risolvere il problema. Io non voglio mandare le mie figlie a scuola tranquille perché ci sono le videocamere, ma perché ci sono insegnanti preparanti di cui mi fido”.
Ricordiamo, infine, che la questione delle telecamere a scuola, dall’ultimo sondaggio prodotto dalla Tecnica della Scuola, i docenti intervenuti hanno espresso il loro parere negativo in merito, giudicandola come un’iniziativa lesiva della privacy, allineandosi quindi allo stesso Garante.
Riproponiamo la domanda: alla luce degli ultimi accadimenti di cronaca, con sempre più docenti vittime degli abusi fisici e psicologici dei loro allievi, oggi sarebbero sempre della stessa idea? Non sarebbe più importante tutelare la propria incolumità, mentre si svolge onestamente il proprio lavoro, piuttosto che la privacy?
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