Parte il testo unico adottato alla Camera, dopo 8 anni e tante leggi con gli interventi del Garante della privacy, per impiantare telecamere negli asili al fine di evitare abusi sui bambini. Ma c’è pure la proposta di attivare test psicoattitudinali per educatori e maestri.
Lo riporta Il Corriere della Sera. L’accelerazione è dovuta ai noti fatti di cronaca che hanno visto maestre picchiare bimbi di scuole materne, grazie appunto alla installazione da parte della polizia, di telecamere nascoste.
«L’obiettivo della legge è quello di accorciare i tempi. Se le telecamere sono già presenti negli asili, non c’è bisogno di far continuare le violenze per poterle accertare: basterà che la magistratura possa visionare le immagini criptate quando c’è una denuncia da parte dei genitori»: questa la spiegazione della deputata forzista che ha presentato la primissima proposta di legge.
Il Garante è intervenuto più volte per chiarire come limitare l’uso della videosorveglianza che negli asili privati può diventare un boomerang e violare lo spazio riservato a cui hanno diritto tutti, adulti e bambini. Ma la legge punta a intervenire proprio su questo fronte: oltre a dare la possibilità anche agli asili pubblici – i nidi e le scuole dell’infanzia – di adottare le telecamere, mette i paletti al loro utilizzo.
Tuttavia sarebbe possibile usare immagini criptate cosicchè nessuno, neanche il personale della scuola, potrà mai vederle. Gli unici a potervi accedere saranno i magistrati incaricati, dopo apposita denuncia, di indagare su eventuali maltrattamenti sui bambini.
Per quanto riguarda tutti gli aspetti legati alla riservatezza, dovrà essere il Garante della privacy, entro 60 giorni dall’adozione della legge, a intervenire precisando «adempimenti e prescrizioni da applicare in relazione all’installazione dei sistemi».
«Per i costi ora la legge prevede la clausola di neutralità finanziaria, ovvero che non ci siano oneri a carico della finanza pubblica, ma in commissione chiederemo che ci sia un fondo triennale a cui attingere per poter sostenere inizialmente la spesa: almeno 5 milioni l’anno per tre anni».
L’altro aspetto da curare nella tutela dei bambini è la formazione del personale.
E infatti il testo prevede pure l’affidamento al governo di una delega per adottare un decreto legislativo che preveda test psico-attitudinali per insegnanti, operatori socio-sanitari, educatori, infermieri e tutti quelli che hanno tra le mansioni l’assistenza a soggetti «in condizioni di vulnerabilità», come sono appunto i bambini, gli anziani, i disabili.
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«Dobbiamo essere sicuri che chi si prende cura dei nostri cari siano persone affidabili: non solo facendo una valutazione al momento dell’assunzione, ma anche prevedendo test che controllino il logoramento fisico e psichico che può derivare da mansioni così delicate».
Nessuna gogna, ma solo la necessità di tutela, anche del personale che, in condizioni stressanti emotivamente e fisicamente, può «cedere» a comportamenti non corretti.
La proposta di legge dovrà essere ora emendata in commissione, per tornare in Aula il 13 ottobre per la discussione. E stavolta non dovrebbero esserci ulteriori rinvii: il movimento che si sta creando, complici i fattacci di cronaca, intorno alla necessità di sorvegliare i bambini, è attivissimo.
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