Politica scolastica

Telefonino in classe? Valditara: “usarlo è una mancanza di rispetto. A breve una circolare”

Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, è sempre stato chiaro sulla sua posizione in merito all’uso del cellulare in classe. In occasione di Live in Bergamo, ai microfoni di SkyTg24 ha ribadito il suo punto di vista annunciando un’importante novità.

“Il cellulare in classe – ha commentato – è vietato da una circolare, in molti casi disattesa, del ministro Fioroni del 2007. Il cellulare in classe può servire solo laddove sia autorizzato dal docente per finalità didattiche. Altrimenti è una mancanza di rispetto. Stiamo lavorando a una circolare. Immagino che i tempi non saranno particolarmente lunghi”.

Ricordiamo che già da settembre alcune scuole avevano messo in pratica la circolare di Fioroni, vietando l’uso degli smartphone in classe, da qui il dibattito odierno.

Pnrr e senso si serenità a scuola: gli altri punti toccati dal ministro

Per quanto riguardo i fondi del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza in ambito scolastico, il ministro Valditara ha dichiarato: “Noi completeremo entro il 31 dicembre tre passaggi fondamentali: l’orientamento, che per me ha un valore cardine di consentire ai ragazzi e alle famiglie di poter scegliere; poi il dimensionamento, e voglio fare chiarezza sul fatto che non ci sarà nessuna chiusura di plessi scolastici, nessuna perdita di lavoro, interveniamo solo sulle istituzioni politiche; infine il tema delle materie stem, delle materie scientifiche”.

Valditara ha anche fatto un accenno al clima della classe: “Per me il concetto di serenità è fondamentale come quello di sicurezza. L’insegnante e lo studente devono entrare in classe in serenità. Quindi il rispetto nei confronti degli insegnanti è dovuto, il rispetto nei confronti degli studenti è fondamentale: vuol dire anche dedicare loro tutte le proprie energie per far crescere quel ragazzo, per valorizzare i suoi talenti. E poi anche il rispetto nei confronti dei beni pubblici che i presidi lamentano, spesso dopo le occupazioni”.

Sara Adorno

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