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Telefono Amico: ogni anno 46mila adolescenti si tolgono la vita

Telefono Amico, in occasione della Giornata internazionale per la prevenzione del suicidio, che ricorre il 10 settembre, fa sapere che nel mondo il suicidio è responsabile di circa 800.000 morti, una ogni 40 secondi. A questo scopo organizza in 16 piazze italiane un evento di sensibilizzazione “Non parlarne è 1 suicidio”.

Infatti, sulla base dei suoi dati, denuncia che sono state quasi 6.000 le richieste d’aiuto arrivate lo scorso anno in Italia da persone attratte dall’idea del suicidio o preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro. 

Tuttavia, fa pure sapere ancora, che le richieste sono cresciute del 55% rispetto al 2020 e sono quasi quadruplicate rispetto al 2019, prima della pandemia. 

In modo particolare fa rabbrividire il dato relativo ai giovani: il 28% delle richieste d’aiuto è di under 26 e nel primo semestre del 2022 le richieste d’aiuto sono state più di 2.700, il 28% di giovani fino a 25 anni. 

L’incidenza del suicidio è particolarmente grave tra i giovani, fa cui si verifica la percentuale più alta dei decessi. Ogni anno, quasi 46.000 bambini e adolescenti tra i 10 e i 19 anni si tolgono la vita, circa uno ogni undici minuti. 

Il suicidio è la quinta causa di morte più comune tra gli adolescenti dai 10 ai 19 anni e la quarta nella fascia d’età dai 15 ai 19 anni  e la terza se si considerano solo le ragazze.

 A questi numeri  di Telefono Amico si aggiungono i dati Istat, secondo i quali nel 2021 in Italia sono 220mila i ragazzi tra i 14 e i 19 anni insoddisfatti della propria vita e, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico. Il 44% dei teenagers, secondo i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie statunitensi, all’inizio del 2021 si sentiva senza speranza e continuamente triste. 

In ambito neuropsichiatrico infantile, che si occupa di persone fino ai 18 anni- viene spiegato-, si è evidenziata come più colpita dalla pandemia sia la fascia d’età adolescenziale, 12/18 anni, e tra questi ragazzi coloro che già soffrivano di disturbi neuropsichici, specie di natura internalizzante come ansia, sindromi affettive, disturbi ad espressione somatica.

Che fare allora? “La prevenzione del suicidio è possibile e riguarda tutti – dice l’esperto – il primo passo consiste nel cercare di sensibilizzare tutta la popolazione sul fenomeno e far sì che tutti sappiano cogliere i segnali d’allarme, così da poter riconoscere il soggetto a rischio e agire d’anticipo. L’obiettivo è saper riconoscere il soggetto in crisi”.

Pasquale Almirante

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