In 21 anni si è avuta a livello mondiale un’evoluzione delle tipologie e modalità di violenze su bambini e adolescenti sempre più complesse, non si sono però avuti analoghi avanzamenti riguardo i sistemi di rilevazione del problema. È l’allarme lanciato dalla Fondazione S.O.S Telefono Azzurro in occasione della presentazione del “Dossier Abuso 2024” durante l’evento “Diamo voce al silenzio: ascoltare i bambini e gli adolescenti vittime di abuso sessuale per sviluppare nuovi interventi di aiuto e di tutela” organizzato a Palazzo Chigi in occasione della Giornata internazionale per la protezione dei minori contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale.
L’allarmante crescita del numero di reati sessuali a danno di minorenni, commessi negli ultimi anni anche attraverso il ricorso al mondo digitale, portano Telefono Azzurro a indagare quali siano le soluzioni più idonee per arginare tale urgente problema giuridico-sociale e allo stesso tempo a individuare gli ostacoli che rendono complesso il mettere in campo risposte puntuali a livello nazionale e internazionale per inquadrare il drammatico fenomeno e agire con l’obiettivo comune di proteggere e tutelare bambini e ragazzi.
Uno dei principali problemi riguarda la mancanza di dati che siano realistici, trasparenti, coerenti sugli abusi sessuali nel mondo. Una dimostrazione di questa persistente carenza è la constatazione che solo 1 Paese su 6 (per un totale di 34) ha una fonte di dati disponibile sulla violenza sessuale contro i minori. Inoltre, il tema degli abusi è ancora oggi avvolto da una nuvola di omertà, che per paura da parte delle vittime e mancanza di fiducia o per carenza di competenze e sensibilizzazione dei testimoni, lascia nell’ombra molti episodi di abuso. Questo è ancora più vero e urgente se guardiamo allo scenario ancora più oscuro dell’abuso online.
«Per superare il silenzio, che chiude in una drammatica solitudine le vittime con conseguenze devastanti, come Telefono Azzurro mettiamo in campo strumenti di ascolto e di intervento, promuoviamo – al nostro interno ma anche presso i vari soggetti e realtà educative, dalla famiglia alle scuole al mondo dello sport – l’acquisizione di competenze utili a individuare i fenomeni, anche silenti, e a rispondere nella maniera corretta, ampliamo e rafforziamo le reti di collaborazione – sul fronte legislativo, giuridico, educativo – per fare di questa sfida una sfida condivisa, e promuoviamo momenti di confronto con le imprese tecnologiche e le autorità di vigilanza affinché, rispetto all’emergenza dell’abuso online, sia la stessa tecnologia ad aiutarci a intercettare le situazioni di pericolo e a proteggere i più piccoli» ha commentato Ernesto Caffo, Presidente di Fondazione S.O.S Telefono Azzurro.
Nel 2024 il Servizio 114 Emergenza Infanzia, promosso e cofinanziato dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia e gestito dalla ha raccolto più di 2.700 casi di emergenza. Il servizio, attivo da 21 anni e gestito dalla Fondazione S.O.S Telefono Azzurro è attivo 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno, multilingue e raggiungibile tramite linea telefonica, chat e Whatsapp.
L’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile ha sottolineato come non solo le realtà organizzate pubbliche che operano a contatto con i minori ma anche quelle del terzo settore e le istituzioni sportive e religiose debbano dotarsi di una Child Safeguarding Policy che favorisca un modello per l’identificazione, la prevenzione e la gestione di comportamenti inappropriati da parte degli adulti di riferimento. L’obbligo quindi da parte di tutte le associazioni, enti e istituzioni di richiedere il casellario giudiziale oppure i carichi pendenti prima di assumere le persone per lavorare a contatto con minorenni.
Nelle segnalazioni al 114 in cui vi era una motivazione di abuso sessuale online sono emerse diverse motivazioni tra le quali: abuso fisico, abuso psicologico, comportamenti sessuali a rischio, disagio emotivo e psicologico, disturbi alimentari, patologia della cura e ideazione suicidaria.
Nell’82% dei casi gestiti dal Servizio 114 i minori risultano coinvolti nel ruolo di vittime, nel 16% dei casi autori e nel 2% in qualità di testimoni. Analizzando il sesso dei minori coinvolti il 53% sono di sesso femminile, il 47% maschile.
Passando alla classe di età dei minori coinvolti nei casi gestiti dal Servizio 114 per il 2,18% sono bambini nella fascia di età 0-10. Nel 43,87% sono invece preadolescenti (11-14 anni) e nel 53,95% adolescenti (15-18 anni). Passando a un confronto con i dati del 2023 erano stati coinvolti il 7,39% dei minori nella fascia 0-10, 35,80% preadolescenti e 56,81 adolescenti.
Passando alle regioni di provenienza dei casi gestiti dal Servizio 114 in testa la Lombardia (28,57%) seguita da Veneto (14,29%) e Calabria (10,71%).
Analizzando i presunti responsabili dei casi gestiti dal Servizio 114 un estraneo (adulto) con il 32,14% seguito da un genitore (25%), da un amico/conoscente (minore) 14,29%, e da un amico/conoscente (adulto) 10,71% e da un estraneo (minore) 10,71%.
Telefono Azzurro evidenzia il notevole incremento dei genitori tra gli abusanti. In particolare, casi in cui i genitori mettono in atto tramite l’online comportamenti che mettono a rischio i figli minori, per esempio con la pubblicazione di contenuti che li riguardano.
Il Servizio Emergenza Infanzia 114 viene raggiunto nel 48,84% dei casi via telefono. A seguire Whatsapp – 41,86% – e chat (6,98%). Solo il 2,53% dei casi via posta elettronica. Comparando i dati del 2023 emerge come solo il 15,29% delle segnalazioni era avvenuto via whatsapp.
I chiamanti al 114 per il 32% ha chiesto di rimanere anonimo mentre per il 68% dei casi ha comunicato i propri dati. Il 54% si è identificato come adulto mentre il 46% era minorenne. Nel 38% dei casi i minorenni contattavano il 114 per loro stessi, nel restante 62% per conto di altri minori.
Per quanto concerne le segnalazioni riguardanti materiale online, l’83% riguardavano materiale pedopornografico: adescamento, incitamento alla pedofilia, contenuti pornografici su siti per minori.
Nei casi di abusi sessuali offline Telefono Azzurro evidenzia come si sia registrato un incremento nelle casistiche “costretto ad assistere atti” e “costretto a visionare materiale” oltre che “altro abuso sessuale”.
Nel 87,60% dei casi di abusi offline gestiti i minori risultano coinvolti nel ruolo di vittime, nel 6,20% come autori e nell’ulteriore 6,20% come testimoni.
Analizzando la classe d’età dei minori coinvolti in abusi sessuali offline il 48,2% adolescenti, il 36,1% preadolescenti e il 15,7% in età 0-10. La provenienza regionale dei casi gestiti offline vede in testa la Lombardia (19,32%) seguita da Emilia- Romagna (11,36%) e Sicilia (10,23%).
I presunti responsabili dei casi gestiti relativi ad abusi sessuali offline sono stati per il 41% uno dei genitori. A seguire amico/conoscente minore (9,7%), amico/conoscente adulto (5,6%), altro parente (4,8%), estraneo adulto (6%), fratello/sorella (5,7%), nuovo coniuge (4%), nonno/a (2,4%), insegnante (1,6%), partner (5,7%), allenatore (1,6%), professionista (4%), vicino di casa (1,6%).
Le segnalazioni di abusi sessuali offline sono state per il 50,46% via telefono, seguite da Whatsapp (31,65%) e 15,60% chat. Solo il 2% via posta elettronica.
Nel 40,52% dei casi segnalati gli abusi offline sono sorti e/o persistiti tra le mure domestiche. A seguire la casa di parenti/amici (12,93%), la scuola (3,45%), i luoghi aperti (2,59%) e pubblici (14,66%), gli impianti sportivi (2,59%) e la strada (1,72%). Per il 13,79% dei casi segnalati non è stato reso noto il luogo prevalente.
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