La famiglia e la scuola sono i luoghi in cui si gioca la partita decisiva della prevenzione del lavoro minorile. Ne è convinto il Telefono Azzurro, l’associazione che opera in difesa dei giovani e che l’11 giugno, in occasione della giornata internazionale contro il lavoro minorile, insieme a Consulenti del Lavoro ha fatto un`analisi del lavoro minorile in Italia, individuando le linee guida comuni per una efficace azione di contrasto.
Se nel mondo il lavoro minorile riguarda ancora 215 milioni di bambini, di cui 115 milioni in lavori ad alto rischio, il fenomeno è vivo anche in Italia: per gli esperti di Telefono Azzurro in Italia il fenomeno è ancora poco monitorato. “Le vittime dello sfruttamento economico – hanno detto i rappresentanti dell’associazione – vanno ricercate nelle pieghe dell`economia sommersa: agricoltura, lavoro domestico, commercio al minuto, prostituzione, attività illegali”. Ma spesso il fenomeno si collega direttamente a situazioni di degrado familiare e di abbandono scolastico.
Significativi anche i dati resi pubblici: nel periodo compreso fra il 1 gennaio 2006 e il 30 aprile 2010, il ‘Servizio 114 – Emergenza Infanzia’ di Telefono Azzurro ha gestito 7.165 casi, con una media mensile di 138. Si tratta del totale della somma tra il numero dei casi di emergenza, il numero delle chiamate relative ad altre situazioni di disagio per le quali è stato richiesto l`intervento del 114. Le richieste di intervento per situazioni di conflittualità all`interno del nucleo familiare ed episodi di violenza domestica hanno riguardato in misura maggiore bambini e adolescenti italiani.
Ma la maggior parte delle chiamate (60,5%) ha riguardato minori stranieri. Oltre al lavoro in senso proprio, dove l`elemento culturale si aggiunge alla necessità di sostentamento del nucleo, si segnala l`accattonaggio (circa il 7%, corrispondente a 491 casi), che coinvolge bambini e adolescenti quasi esclusivamente di nazionalità straniera (nel 97,7% dei casi gestiti dal 114 Emergenza infanzia).
Se nel mondo il lavoro minorile riguarda ancora 215 milioni di bambini, di cui 115 milioni in lavori ad alto rischio, il fenomeno è vivo anche in Italia: per gli esperti di Telefono Azzurro in Italia il fenomeno è ancora poco monitorato. “Le vittime dello sfruttamento economico – hanno detto i rappresentanti dell’associazione – vanno ricercate nelle pieghe dell`economia sommersa: agricoltura, lavoro domestico, commercio al minuto, prostituzione, attività illegali”. Ma spesso il fenomeno si collega direttamente a situazioni di degrado familiare e di abbandono scolastico.
Significativi anche i dati resi pubblici: nel periodo compreso fra il 1 gennaio 2006 e il 30 aprile 2010, il ‘Servizio 114 – Emergenza Infanzia’ di Telefono Azzurro ha gestito 7.165 casi, con una media mensile di 138. Si tratta del totale della somma tra il numero dei casi di emergenza, il numero delle chiamate relative ad altre situazioni di disagio per le quali è stato richiesto l`intervento del 114. Le richieste di intervento per situazioni di conflittualità all`interno del nucleo familiare ed episodi di violenza domestica hanno riguardato in misura maggiore bambini e adolescenti italiani.
Ma la maggior parte delle chiamate (60,5%) ha riguardato minori stranieri. Oltre al lavoro in senso proprio, dove l`elemento culturale si aggiunge alla necessità di sostentamento del nucleo, si segnala l`accattonaggio (circa il 7%, corrispondente a 491 casi), che coinvolge bambini e adolescenti quasi esclusivamente di nazionalità straniera (nel 97,7% dei casi gestiti dal 114 Emergenza infanzia).
“Si tratta di minorenni – il commento di Telefono Azzurro – cui nessuno provvede o che, fin da piccoli, sono coinvolti nella ricerca di un sostentamento per la famiglia: bambini trascurati e sfruttati”. Bambini a cui le istituzioni, tra cui la scuola, dovrebbero sicuramente stare più vicino.