È stato da poco pubblicato il documento dell’Istituto Superiore di Sanità con raccomandazioni e indicazioni per i pediatri su come utilizzare i servizi di telemedicina per gestire l’emergenza COVID -19, primo lavoro in Italia del genere, curato dal gruppo di Francesco Gabbrielli, direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’ISS.
Sulla base delle prove scientifiche, questo rapporto indica i modi corretti per affrontare le difficoltà nella telemedicina e fornisce le indicazioni operative per supportare l’implementazione dei servizi sanitari di telemedicina per i pazienti pediatrici. L’età pediatrica è tutelata dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, ratificata dall’Italia con Legge n. 176 del 27 maggio 1991, tutto ciò che riguarda la presa in carico e la cura di un bambino e adolescente, con qualsivoglia forma di strumento digitale, deve sempre rispettare gli articoli della Convenzione, ci tengono a ribadire gli autori del report.
In Italia il numero totale di pazienti pediatrici registrati con COVID-19 è l’1.8% dei casi confermati totali, con un’età media di 11 anni e con una lieve prevalenza del sesso maschile, circa il 13% ha richiesto l’ospedalizzazione e il 3.5% di ha il richiesto ricovero in terapia intensiva.
Un sistema di telemedicina può fornire diversi servizi, in un’unica piattaforma software che a sua volta può gestire varie attività per mezzo di applicazioni e aiuta a ridurre il rischio di esposizione per pazienti e operatori sanitari, riducendo la possibilità di contatto. Per esempio, è possibile inviare messaggi costituiti da brevi file audio o audio-video, oltre che immagini statiche e testo, per lo scambio di informazioni cliniche, anche di carattere urgente, utili alla gestione del paziente; si può effettuare la Televisita, che costituisce un atto medico ed è seguita dalla formulazione di un referto clinico, utile alternativa alla visita in presenza.
Si possono svolgere attività di riabilitazione condotta da remoto per mezzo di tecnologie digitali e robotiche, per garantire la continuazione al domicilio di attività di riabilitazione motoria e cognitiva con la possibilità di controllarne i risultati a distanza, fino alla teleassistenza psicologica e alla terapia di supporto psicologico somministrata online.
Équipe multidisciplinari a distanza possono incontrarsi, per i piani di assistenza individualizzati e la programmazione di interventi di sanità pubblica riferiti alla popolazione pediatrica, alla medicina scolastica e di comunità.
Tuttavia, per maggiore chiarezza, occorre ricordare che videochiamata, televisita e teleconsulto rappresentano solo una parte di tutte le possibilità assistenziali ottenibili con l’uso ben organizzato dei sistemi di telemedicina, ci tengono a precisare i pediatri autori del report, e aggiungono l’insorgenza di un evento come la pandemia di COVID-19 ha un impatto sulle popolazioni più vulnerabili, quali quella pediatrica, che può portare a ripercussioni di notevole entità capaci di perdurare anche dopo la risoluzione della crisi stessa.
La telemedicina in pediatria può essere una soluzione praticabile per far convivere le azioni mirate alla lotta contro l’epidemia con la necessità di garantire al minore l’accesso al sistema sanitario e ai servizi necessari per la tutela della sua salute. La prestazione di telemedicina quindi deve poter avvenire tenendo conto dello scenario in modo che nessuna decisione di emergenza possa essere ostacolata dal malfunzionamento di un dispositivo, di un’infrastruttura o di un software.
Un sistema di telemedicina, basato su sistemi informatici e tecnologici avanzati, pur mirando ad aumentare l’accessibilità delle cure, rischia di creare un divario e una disparità di cure tra pazienti che possono accedere al servizio in quanto in possesso dei mezzi adeguati, e altri che non hanno le stesse disponibilità. Questo rischierebbe di escludere bambini e famiglie sia dai circuiti tradizionali sia da quelli informatizzati, ritardandone o ostacolandone l’accesso alle cure.
In questo nuovo modello il pediatra mette alla prova gli atti che compie quotidianamente, ricercando il modo migliore per utilizzare appropriatamente gli strumenti della telemedicina, non solo sul versante clinico, ma anche sul versante organizzativo e gestionale, sempre focalizzando la propria attenzione sulla relazione medico – bambino. Ogni medico inoltre dovrebbe chiedere alla telemedicina dei mezzi che gli permettano di organizzare il suo personale modo di svolgere la visita, in maniera autonoma, sicura e interoperabile.
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