La vicenda di Giulia Cecchettin ha toccato il cuore di tutta Italia e per fortuna ha smosso in molti casi le coscienze. Sono state tantissime le donne che hanno avuto il coraggio di denunciare i propri aggressori proprio dopo aver ascoltato la storia della 22enne uccisa per mano del fidanzato ad un passo dalla laurea.
L’ultimo caso è recente: come riporta Il Corriere della Sera, una studentessa della zona di Latina ha parlato delle molestie da lei subite in un tema proposto dalla propria docente di italiano proprio su Giulia Cecchettin. La professoressa, leggendo le sue parole, ha voluto approfondire, coinvolgendo lo psicologo dell’istituto e la famiglia della giovane, e poi le forze dell’ordine.
Da qui è emerso quanto subiva la sedicenne, perseguitata, minacciata e denigrata da un coetaneo. “L’amore dovrebbe essere cosa ben diversa dall’essere pedinata, minacciata e costretta a subire atti sessuali contro la propria volontà, immortalati anche in un video con un telefonino”, questo uno stralcio del contenuto del tema.
Dopo le verifiche compiute da parte dei carabinieri coordinati dalla procura dei minori di Roma, il 29 gennaio per il giovane in questione è scattato l’obbligo di dimora a casa con l’accusa di atti persecutori e, inizialmente, di violenza sessuale.
Su questa ipotesi di reato sono in corso attente verifiche, e come appreso da fonti investigative, potrebbe essere derubricato. Come riportano i carabinieri, il ragazzo sarebbe autore di “violenze fisiche e verbali tali da indurre la vittima in uno stato di profonda sofferenza fisica e psicologica”. Interrogato dal gip del tribunale dei minori di Roma, ha minimizzato sostenendo che i due fossero fidanzati in casa, e di essere semplicemente geloso. Questa mattina il gip presso la procura dei minori ha comunicato al legale del giovane la conferma dell’obbligo della permanenza in casa, con la concessione di poter frequentare la scuola la mattina.
Da quanto appreso il ragazzo – che vive un contesto familiare difficile – dall’ottobre scorso aveva smesso di avere contatti con la ex. Pesa, certo, il comportamento dei mesi passati: gli atteggiamenti persecutori si traducevano in pedinamenti, controllo dei messaggi, e nel fatto che dovesse frequentare solo lui e nessun altro. Atteggiamenti bruschi e minacciosi estesi anche alla famiglia di lei, che aveva pian piano perso le amicizie, la voglia di andare a scuola, isolandosi per un malessere che solo pochi giorni fa si è palesato nel suo dramma.
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