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Tempi duri per gli ‘hacker’ della scuola

Tempi duri per i giovani maghi del computer e di internet che mettono in atto le loro abilità nell’ambiente scolastico: si stanno infatti moltiplicando i casi in cui la giustizia affronta i sempre numerosi hacker con lo stesso approccio adottato per i reati comuni. D’altronde la legge parla chiaro ed in futuro le nuove generazioni, cresciute a pane e consolle, dovranno pensarci due volte a “forzare” un sistema informatico scolastico per falsificare voti e pagelle.
Dall’altra parte del mondo giungono notizie quasi drammatiche per chi ha cercato di rendersi artefice di questo tipo di “bravate”. La più emblematica, forse, proviene dalla contea di Orange, in California, dove i giudici stanno valutando se infliggere fino a 38 anni di carcere al giovane diciottenne Omar Khan, colpevole di aver violato i computer del suo istituto per alzarsi la media ed entrare così in una delle prestigiose università dello Stato: sono ben 69 i capi di imputazione di cui dovrà rispondere lo studente, accusato dai procuratori della contea, tra l’altro, di frode informatica, cospirazione e sottrazione di informazioni pubbliche. Khan avrebbe periodicamente rubato le password del sistema informatico del suo liceo, tra gennaio e maggio, per cancellare le proprie insufficienze ed avere in anticipo le risposte dei compiti in classe che avrebbe anche generosamente inviato via e-mail a decine di studenti amici.
Il giovane però ha evidentemente esagerato creando nel giro di poco tempo un divario di performance troppo alto. Ciò ha così insospettito gli insegnanti: dalla pagella del ragazzo fossero magicamente scomparse tutte le insufficienze, sostituite da impeccabili “ottimo”. Tanto da permettere al giovane l’automatica ammissione ai college californiani. Preso atto del blitz informatico (confermato da decine di sms inviati ad un amico per organizzare l’ingresso nel sistema informatico), preside ed insegnanti non hanno avuto dubbi sul da farsi: hanno alzato il telefono, ma invece di chiamare i genitori del ragazzo si sono rivolti alle autorità giudiziarie. Che ora stanno valutando se applicare il pugno duro o essere più morbidi. In ogni caso per il ragazzo si prospettano grossi problemi con la giustizia e la sicura rinuncia al sogno di andare all’università.

Una storia, quasi da film, che ha riaperto il dibattito sulla legittimità di un uso troppo spesso distorto delle tecnologie, anche negli istituti, e soprattutto sull’utilizzo massiccio di cellulari dell’ultima generazione all’interno delle scuole americane. Istituti dove, tradizionalmente, si anticipano di qualche anno problematiche e fatti che poi si riversano nelle aule dell’Europa moderna: studenti avvisati…

Alessandro Giuliani

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