E poi dicono che in Parlamento per fare un legge occorre un’eternità. A poche ore lavorative dall’Ordinanza con la quale il Tar del Lazio ha imposto al Miur di inserire i docenti precari che hanno optato per tre nuove province con il sistema ‘a pettine’ anziché in coda, l’XI Commissione Lavoro della Camera si appresta a votare su un emendamento che se approvato lascerebbe tutto come è ora: l’emendamento, che si andrebbe a collocare nel non proprio attinente decreto salva-precari, conferma in pratica quanto contenuto nel regolamento annesso all’ultima tornata di aggiornamento/inclusione delle graduatorie ad esaurimento. Chi si candida in un’altra provincia in realtà si deve accodare poiché (questa è la logica adottata dal Ministero) quello attuato non è un vero e proprio trasferimento di posizione, ma solo un’opzione secondaria alla salvaguardia delle posizioni degli aspiranti prof già presenti. Si tratta di un punto controverso, tanto che è citato in tutte le richieste di sospensiva adottate dai legali dei precari ricorsisti: soprattutto perché, hanno fatto notare gli avvocati, non sarebbe mai stata introdotta una legge che abolisce il trasferimento da una graduatoria provinciale ad un’altra.
Le leggi però sono più rilevanti delle sentenze: per questo sono previsti tempi record per l’approvazione dell’emendamento blocca-commissariamento presentato da Paola Pelino (Pdl), la stessa relatrice del dl salva-precari. La norma verrà votata, con ogni probabilità, già nelle prossime ore, nella giornata di martedì 13 ottobre.
La soluzione con effetto immediato non scoraggerà comunque l’Anief, il sindacato che tutela il numero maggiore dei circa 15.000 docenti non di ruolo che hanno presentato ricorso contro le prime graduatorie anti-‘pettine’. Secondo il presidente, Marcello Pacifico, l’emendamento che il Parlamento si appresta a votare per evitare il commissariamento del Miur “assume sempre più i contorni di una legge ‘ad personam et contra ius’, che sfugge al criterio della generalità della norma e pone un conflitto tra poteri dello Stato“.
Il leader dell’Anief è convinto che il provvedimento rinvierà soltanto di un anno il commissariamento del Miur “perché palesemente contrario alla nostra Costituzione. A priori – sottolinea Pacifico – se si studia la giurisprudenza in materia, ad iniziare dalle sentenze della Corte costituzionale n. 229/99, 525/00, 291/03, 282/05, 376/05, 421/05, 266/06, 267/07, neanche una legge di interpretazione autentica può annullare una sentenza della magistratura, pena la violazione degli articoli 24, 103, 111, 113 della Costituzione“.
Si tratta di sentenze ad articoli di legge su cui i legali dell’Anief confidano moltissimo. Tanto che sono sicuri di spuntarla in ultimo grado, quello della corte Corte Costituzionale: “Nel caso in cui la norma arrivi alla Consulta e sia dichiarata non conforme alla Costituzione – sottolinea Pacifico – ci ritroveremmo a distanza di un anno come oggi, con l’aggravante che i giudici dovrebbero obbligare l’Amministrazione a risarcimenti milionari per tutti i 15.000 ricorrenti (chi non ha fatto ricorso rimarrò fuori da eventuali benefici ndr) e non al solo pagamento di 5.000 euro“.
Intanto c’è anche un altro emendamento che interessa i precari: è quello presentato nei giorni scorsi dal senatore Giuseppe Valditara (Pdl) che intende dare seguito ad una proposta presentata alcune settimane fa dalla Gilda. Si tratta dell’incentivo al pensionamento dei docenti attraverso “l’abbuono – spiega lo stesso Valditara – di due anni di contributi figurativi per arrivare ad una soglia di pensione prima del previsto. L’obiettivo è chiaramente liberare nuovi posti di lavoro nel mondo della scuola“.
Il leader dell’Anief è convinto che il provvedimento rinvierà soltanto di un anno il commissariamento del Miur “perché palesemente contrario alla nostra Costituzione. A priori – sottolinea Pacifico – se si studia la giurisprudenza in materia, ad iniziare dalle sentenze della Corte costituzionale n. 229/99, 525/00, 291/03, 282/05, 376/05, 421/05, 266/06, 267/07, neanche una legge di interpretazione autentica può annullare una sentenza della magistratura, pena la violazione degli articoli 24, 103, 111, 113 della Costituzione“.
Si tratta di sentenze ad articoli di legge su cui i legali dell’Anief confidano moltissimo. Tanto che sono sicuri di spuntarla in ultimo grado, quello della corte Corte Costituzionale: “Nel caso in cui la norma arrivi alla Consulta e sia dichiarata non conforme alla Costituzione – sottolinea Pacifico – ci ritroveremmo a distanza di un anno come oggi, con l’aggravante che i giudici dovrebbero obbligare l’Amministrazione a risarcimenti milionari per tutti i 15.000 ricorrenti (chi non ha fatto ricorso rimarrò fuori da eventuali benefici ndr) e non al solo pagamento di 5.000 euro“.
Intanto c’è anche un altro emendamento che interessa i precari: è quello presentato nei giorni scorsi dal senatore Giuseppe Valditara (Pdl) che intende dare seguito ad una proposta presentata alcune settimane fa dalla Gilda. Si tratta dell’incentivo al pensionamento dei docenti attraverso “l’abbuono – spiega lo stesso Valditara – di due anni di contributi figurativi per arrivare ad una soglia di pensione prima del previsto. L’obiettivo è chiaramente liberare nuovi posti di lavoro nel mondo della scuola“.
In modo da evitare che a seguito dei tagli del 2010 rimanga a bocca asciutta, senza contratto, personale docenti precario con anni ed anni di supplenze alle spalle. Come già accaduto quest’anno a circa 18.000 precari, quelli che ricorreranno ai contratti di disponibilità. A sentire il sen. Del Pdl l’emendamento sarebbe già stato accluso alla lista di quelli da inserire nella Finanziaria di fine anno: “non ci saranno precari con supplenze annuali che rimarranno a casa: i pensionamenti – ha concluso Valditara – saranno superiori ai posti tagliati e ci sarà spazio per le nuove assunzioni“. Cosa faranno i precari ‘storici’ ora? Di fronte a questa prospettiva penseranno che è troppo bella per essere vera oppure che è meglio crederci perché tanto non costa nulla?