Quest’anno, dunque, tolti i momenti in presenza, saranno i canali digitali a surrogare questo importante momento di aiuto ai ragazzi, e alle loro famiglie, nella prima scelta importante della loro vita, che disegnerà il loro futuro. Solo dunque collegamenti digitali, con appuntamenti online. Niente open day, niente vetrine, nè laboratori orientanti, quelli che consentivano, soprattutto a gennaio, di mettere piede per la prima volta nelle scuole superiori, per una prima percezione della vita di classe.
Oltre alle iniziative interne alle scuole medie, erano momenti che rimarcavano la delicatezza e centralità della scelta a 13-14 anni, e formarsi ad una decisione consapevole non è cosa facile o scontata.Non c’è scelta consapevole, cioè, di futuro possibile senza l’idea che è la formazione a giocare un gioco centrale, assieme alle mille relazioni, quella che può dare sapore e quindi valore aggiunto, per i ragazzi e per loro famiglie, ma poi per il nostro tessuto sociale.
Per queste ragioni non è vuota retorica ribadire che i ragazzi ed i giovani sono il nostro futuro, sono la nostra speranza. In una società nella quale la conoscenza, le competenze, la passione, la dedizione, la capacità di condivisione, la disponibilità ad imparare da tutti e per tutta la vita: questi sono gli ingredienti che possono confermare e far crescere la nostra speranza in un futuro possibile. Il futuro, cioè, è davvero nelle loro mani.
Per questi motivi, alcune delle domande che, di solito, rivolgo ai genitori riguardano la loro percezione del valore della conoscenza, della formazione, delle competenze che la scuola è chiamata a far maturare nei ragazzi sin da adolescenti. «Siete convinti, cioè, che la scuola è, con l’aiuto della famiglia e del contesto sociale, il cuore formativo per i vostri figli?».Un modo per condividere, per ragionare assieme, per fidarsi, per costruire scelte plausibili e cariche di futuro.
Poi, scendendo nello specifico delle passioni e talenti, è essenziale che ci sia dialogo, perché la scelta o l’opzione di scuola superiore sia la più in linea possibile con le attitudini e la preparazione di base di ciascun ragazzo.Compito della scuola, dei presidi e dei docenti, è riconoscere, dunque, la centralità di ogni studente, delle sue aspirazioni mediate dalla sua preparazione.
Per queste ragioni, l’orientamento va ripensato. Oltre il fumo delle vetrine e degli open day.Il fatto che quest’anno le tradizioni vetrine siano sospese credo dovrebbe indurre tutti a rivedere le modalità tradizionali di orientamento. Il vero orientamento, cioè, dovrebbe superare definitivamente il vecchio pregiudizio, figlio di Leibniz, secondo il quale la cultura deve liberare dal lavoro, denigrando così il lavoro manuale, i laboratori, le officine, le botteghe artigiane, quelle che hanno reso l’Italia il secondo Paese manufatturiero d’Europa dopo la Germania.
L’orientamento, quindi, va costruito, giusto ripeterlo, sulla base delle attitudini e dei talenti. Perché gli errori fatti a 13-14 anni difficilmente potranno essere corretti. Ma ai ragazzi e ai genitori alcune cose, però, le possiamo dire da subito. Anzitutto, che i risultati scolastici delle scuole medie non possono sempre indicare con evidenza le capacità e l’intelligenza.
Perché non sempre i ragazzi hanno la fortuna di incontrare docenti capaci di entusiasmarli, facendo emergere cioè le passioni, quelle che sono fondamentali anche a sopportare e supportare la fatica dello studio, quindi una buona preparazione di base. In secondo luogo, dobbiamo sempre ricordare che le intelligenze sono diverse, e non è detto che le didattiche adottate riescano sempre o siano riuscite a cogliere l’interesse di tutti gli studenti, a mettere a frutto cioè i talenti comunque presenti.
Perché i talenti, pur diversi, ci sono in tutti, e tutti vanno rispettati ed accompagnati.Se non lo fa la scuola, assieme alla famiglia, chi altri? Pari dignità, perciò, tra le diverse forme di intelligenza, dunque tra tutti i ragazzi in quanto persone, e tra tutti gli indirizzi di studio, come tra tutte le occupazioni e professioni. Senza quelle divisioni radical chic che si continuano a registrare nei conversari e nei giudizi di presentazione di alcune scuole medie: i bravi ai licei, i meno bravi ai tecnici, e tutti gli altri ai professionali e ai cfp.
A prescindere dai talenti e dalle attitudini. Snobismo smentito ogni giorno dai dati reali. Come scegliere, e cosa scegliere, dunque? Un consiglio che mi sento di dare è questo: fare in modo che tutti gli studenti tocchino con mano, quest’anno attraverso il materiale digitale offerto, la realtà di tutte le scuole superiori, senza badare ai pareri, se pregiudiziali, dei propri docenti, genitori, amici/che. Di tutte le scuole, non di alcune. Toccare con mano, dunque. Ed una volta toccate con mano, rivedere e discutere assieme, studenti, genitori e docenti, le proprie impressioni.
L’importante è non seguire la moda, il vento delle opinioni altrui, idee più o meno ballerine.Pari dignità vuol dire che tutti gli indirizzi delle scuole superiori sono buoni. La scelta scolastica, dunque, è una cosa seria.Grazie, comunque, ai presidi, ai tanti e tanti docenti in gamba, la scuola tutta fa la propria parte, dando una mano, aiutando, accompagnando. Cioè fa bene il proprio lavoro, anche se a volte certi pregiudizi rimangono, e perciò vanno corretti. Lo stesso vale per le famiglie, le quali devono guardare alle effettive attitudini di un ragazzo, pensando comunque che tutti gli indirizzi superiori offrono delle buone opportunità.Insomma, sono i ragazzi che devono convincersi della scelta, e non subire le aspirazioni, a volte, degli stessi genitori.
Del resto, è la prima grande scelta della vita di questi ragazzi.Perché ciò che conta è il loro futuro, di conseguenza anche del nostro futuro.Senza dimenticare, infine, che ogni scelta andrà poi calibrata, a medio e lungo termine, con il profilo di occupabilità di ogni titolo di studio, vera cifra del tempo che stiamo vivendo. Perché non è pensabile che la scelta di un indirizzo di studio venga fatta totalmente al buio rispetto al possibile sbocco occupazionale.Che cosa auguriamo ai nostri ragazzi?Di trovare la propria strada nella vita, con l’aiuto della scuola, oltre che, ovviamente, della famiglia.
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