Si sta avvicinando il tempo degli scrutini finali, il tempo in cui gli insegnanti decidono sulla base del lavoro svolto dagli alunni, sui risultati raggiunti e sugli obiettivi conseguiti se gli stessi alunni debbano essere ammessi all’anno successivo oppure se devono ripetere l’anno. Si tratta di una fase molto delicata dell’anno scolastico che dovrebbe responsabilizzare soprattutto l’alunno se effettivamente ha lavorato bene, ha studiato, si è impegnato nelle attività scolastiche per poter ottenere la promozione.
Dipende soprattutto dall’alunno ottenere un risultato positivo perché tutti i docenti non sono affatto dei giudici inflessibili che devono condannare o assolvere gli alunni, ma sono degli accompagnatori che devono certificare il successo formativo degli alunni. Se uno studente non ha studiato per un intero anno scolastico non può pretendere che il docente faccia il miracolo perché il processo di insegnamento e di apprendimento dura nel tempo e non può affatto esaurirsi nel giro di qualche mese con interrogazioni e verifiche scritte dell’ultima ora.
Il tempo degli scrutini è anche il momento in cui i genitori degli alunni a rischio ripetenza anno scolastico incominciano ad affilare le armi contro un’eventuale non ammissione del proprio figlio alla classe successiva. Ed ecco spuntare all’improvviso avvocati che a suon di carte bollate tentano di capovolgere le sorti della non ammissione degli alunni dietro i “sacrosanti” voleri di quei genitori che “pretendono” che il figlio venga promosso, mettendo in discussione l’operato del Consiglio di Classe, cui spetta la decisione non sulla base di dati astratti, ma dio verifiche scritte, orali e grafiche certificate e registrate.
Non ci si può svegliare all’ultimo momento ed accorgersi che gli alunni sono a rischio di non ammissione alla classe successiva. Gli insegnanti facciano il loro dovere e i genitori seguino il percorso scolastico dei figli con meticolosità e responsabilità nei confronti della scuola da loro frequentata
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