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Tempo pieno: il Governo accoglie le richieste dei Comuni

C’è attesa per la Conferenza Stato-Regioni prevista per il 10 dicembre.
Secondo alcune indiscrezioni trapelate nelle ultime ore, il Governo potrebbe accogliere le proposte di modifica al decreto attuativo della Riforma proposte dalla Associazione nazionale dei Comuni italiani.
Con ogni probabilità sarà accolta una proposta dell’Anci che vorrebbe una maggiore sottolineatura sul tema della diversità: secondo i rappresentanti degli enti locali disabilità e diversa provenienza geografica non devono essere solamente accettate – come recita il testo  attuale del decreto – bensì valorizzate come risorse educative.
Un altro punto in discussione riguarda il problema degli Istituti comprensivi; il decreto non ne parla, mentre l’Anci vorrebbe che se ne esplicitasse la presenza anche per promuoverne la diffusione sull’ intero territorio nazionale.
Ma il dibattito più acceso ci sarà certamente sulla questione del tempo scuola.
Come è noto, nella sua versione attuale, il decreto prevede per le elementari un monte ore annuo di 891 ore, corrispondenti a 27 ore settimanali,  che potrebbe però essere ampliato di altre 99 ore (3 ore settimanali).
E proprio su questo punto Comuni e organizzazioni sindacali hanno protestato con particolare vivacità, accusando Ministro e Governo di voler eliminare l’esperienza ormai trentennale del tempo pieno di 40 ore.
A nulla sono valse le ripetute rassicurazioni del Ministero che ha persino pubblicato nel proprio sito internet un testo commentato del decreto nel quale si ribadisce che, ove richiesto dalla famiglie, il tempo pieno continuerà a funzionare regolarmente.
Le proteste si sono susseguite con regolarità fino a culminare nella manifestazione di piazza organizzata dai sindacati confederali a Roma a fine novembre.
Adesso, però, il Governo sembra deciso ad accogliere la richiesta dell’Anci di rendere ancora più esplicita la rassicurazione già contenuta nel commento ministeriale al decreto: sembra ormai certo, infatti, che verrà accolto un emendamento degli enti locali che consentirà alle scuole di ampliare l’orario scolastico di 330 ore annue finalizzate alla realizzazione delle attività educative connesse con il funzionamento della refezione scolastica.
E 330 ore annue corrispondono esattamente alle 10 ore settimanali necessarie per passare dalle 30 ore di attività strettamente didattica alle 40 ore onnicomprensive del tempo pieno.
Questo, perlomeno, è quanto si prevede a poche ore dall’inizio della Conferenza Stato-Regioni; ma ovviamente non si possono escludere colpi di scena del’ultimo momento.

Reginaldo Palermo

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