“Tempo pieno ovunque in Italia” nelle scuole primarie italiane e “obbligo scolastico fino a 18 anni”.
Sono alcune delle proposte emerse il 30 settembre dai tavoli di lavoro che hanno caratterizzato la giornata con cui Fronte democratico, area del Pd che fa capo al governatore pugliese Michele Emiliano, ha messo a punto le proposte da presentare all’assemblea programmatica del Pd, a ottobre a Roma.
È ancora una volta la scuola, quindi, al centro delle attenzioni del Fronte dem del Partito democratico, che all’interno del partito rimane comunque in netta minoranza: con delle proposte che vengono dal “basso”, assicura Emiliano.
“Ci prenderanno per matti – ha detto il governatore della Puglia – perché qui stiamo ribaltando il sistema: con la partecipazione dal basso e i militanti che contribuiscono attivamente alla vita di un partito e non si limitano ad essere soggetti che devono attendere l’oracolo di turno”. “Oggi – ha concluso Emiliano – ci siamo definitivamente resi conto che di oracoli non ce ne sono più e nessuno può essere migliore di un cervello collettivo come il nostro, che funziona e ci diverte, discute e crea una comunità intorno a idee e valori condivisi”.
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Nell’occasione Emiliano chiederà che anche il programma del Pd sia scritto con lo stesso metodo partecipativo, dal basso, utilizzato oggi: “Perché – si è chiesto Emiliano al termine dei lavori – qui nessuno si alza e dice di non essere d’accordo? Perché ci siamo confrontati su tanti temi, a volte anche in maniera accesa, ma alla fine punti di vista differenti hanno prodotto una sintesi di proposte che ora sono vincolanti e vanno rispettate”. Emiliano ha poi auspicato “un Pd capace di valorizzare le competenze al proprio interno, perché il nostro partito ha grandi professionalità in grado di costruire la propria azione politica insieme alla democrazia rappresentativa e al loro governo”.
Quella del tempo pieno generalizzato è una proposta su cui nutriamo più di una perplessità: per attuarlo, infatti, servono una serie di strutture e servizi che in alcune zone del Paese – soprattutto al Sud e nelle Isole maggiori – non sono di facile realizzazione. Ci riferiamo, in particolare, ai bus comunali per trasportare gli alunni, anche disabili, alle mense scolastiche, oltre che alla maggiorazione di spese e utenze che gli enti locali sicuramente non gradirebbero, visto che già oggi fanno fatica a coprire l’attività scolastica sino all’ora di pranzo.
Più fattibile, invece, è il progetto dell’obbligo sino alla maggiore età, peraltro caldeggiato in estate anche dall’attuale ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, anche se bisogna capire se il “prezzo” da pagare possa essere la riduzione di un anno di corso oppure se l’uscita dalle superiori si manterrebbe comunque a 19 anni come avviene oggi.
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