A Milano il Comune decide di intervenire per garantire il tempo-scuola e scoppia subito la polemica.
I docenti più vicini al movimento di ReteScuole protestano e anche alcuni esponenti di spicco della Flc-Cgil non sono affatto contenti.
Nei giorni scorsi Ufficio scolastico provinciale e Amministrazione comunale hanno deciso di sottoscrivere un accordo in base con cui il Comune si impegna a fornire alle scuole personale in grado di coprire il tempo-mensa (mediamente due ore al giorno per ciascuna classe): le scuole potranno così utilizzare i docenti statali in modo più funzionale alla didattica grazie ad un aumento delle ore di compresenza.
Visite didattiche, attività di laboratorio e di sostegno agli alunni con difficoltà di apprendimento potranno essere realizzate con maggiore facilità.
Tutto bene, allora ?
Neanche per sogno.
La polemica è già in atto da qualche giorno.
Un primo dubbio è che, per offrire la vigilanza durante la mensa, il Comune di Milano non disponga più delle risorse necessarie il diritto allo studio, l’integrazione dei diversamente abili e l’integrazione degli alunni stranieri nelle scuole milanesi.
Il timore lo esprime Pippo Frisone, della Flc milanese, che lancia una proposta alternativa: il Ministero assegni il doppio organico solo a quelle scuole che hanno un solido progetto educativo per il tempo pieno (d’altronde vent’anni fa a Milano il tempo riguardava 4.500 classi, oggi è esteso a 7.000 classi).
La soluzione ideata dalla giunta di centro-sinistra guidata dal sindaco Pisapia non piace neppure al movimento di ReteScuole che accusa: in questo modo si mette solo una toppa, non si risolve nessun problema e, di fatto, si dà una mano alla Gelmini.
Ma ci sono anche voci a favore, come quelle di alcuni genitori (“In questo modo almeno si limitano i danni”, affermano) che però chiedono che le Cooperative che forniranno gli operatori per il tempo mensa garantiscano la continuità del personale (“perché abbiamo bisogno di educatori e non di guardiani delle/i ragazze/i”, spiegano).
Le perplessità e le critiche rispetto alla proposta del Comune di Milano nascondono anche una questione politico-sindacale in quanto una eventuale diffusione della soluzione milanese avrebbe come immediato risultato quello di depotenziare sensibilmente la protesta contro i tagli di organico, almeno nella scuola primaria.
Parma sarà la Capitale europea dei giovani per il 2027, così come ha decretato l’European youth…
Proprio ieri all’università La Sapienza di Roma scontri tra Collettivi studenteschi, che si definiscono autonomi di…
Come abbiamo scritto, è tornato il Black Friday, l'occasione più propizia dell'anno per approfittare di…
I docenti di sostegno senza abilitazione affrontano sfide complesse, ma è possibile svolgere al meglio…
Il decreto ministeriale n. 66 del 2023 ha destinato 450 milioni di euro a favore…
Quando sarà il prossimo concorso docenti 2024, denominato da molti Concorso Pnrr 2? Come sappiamo il…