Terremoto Emilia, nel modenese c’è chi tornerà sui banchi nei prefabbricati
Un mese fa avevamo pubblicato un articolo sulle alte possibilità che la maggior parte degli studenti emiliani, vittime del terremoto del 20 e 29 maggio scorso, avessero di tornare sui banchi nelle loro scuole con il normale avvio del nuovo anno scolastico. Conferme in questa direzione arrivano ora dalla Provincia di Modena, il cui presidente, Emilio Sabattini, ha spiegato che si sta attuando “uno sforzo enorme e una lotta contro il tempo per consentire il regolare svolgimento del prossimo anno scolastico” della “stragrande maggioranza” delle “scuole superiori colpite dal terremoto” (scuole d’infanzia, primarie e medie sono invece a carico dei Comuni).
Nel modenese per porre rimedio ai danni provocati dal sisma di maggio sono stati avviati venti cantieri e altri nove sono in attesa di partire: in quasi tutti i casi, “salvo imprevisti, dovremmo riuscire a chiudere i cantieri entro la metà di settembre – ha aggiunto l’assessore ai Lavori pubblici Egidio Pagani -. In alcuni casi, quali ad esempio gli istituti carpigiani, si procederà per stralci di agibilità, per concludere intorno a metà ottobre”.
I cantieri, secondo l’assessore, avranno la durata di 30-40 giorni consecutivi e naturali, “il che significa lavorare anche il sabato e la domenica. Le aziende che abbiamo invitato sono tutte del territorio e hanno responsabilmente accettato le condizioni di assoluta urgenza che abbiamo posto”. Il costo complessivo del ripristino supera i 30 milioni di euro, una parte dei quali – gli istituti di Mirandola, Finale e Carpi e il Barozzi di Modena – saranno rimborsati dalla Regione Emilia-Romagna. Gli altri interventi nei comuni al di fuori del cratere saranno a carico della Provincia. Altre risorse saranno necessarie per i lavori di ripristino delle palestre, tuttora in corso di valutazione.
Eccezion fatta per alcuen scuole “siamo riusciti ad evitare il ricorso a moduli e prefabbricati – ha spiegato Elena Malaguti, assessore all’Istruzione -. Siamo riusciti a reperire un numero consistente di aule in affitto per accogliere gli studenti delle scuole in sofferenza. In questo modo i disagi per gli studenti e il personale delle scuole stesse saranno contenuti. Certo, vista la complessità e il numero elevato degli interventi qualche ritardo è pur sempre possibile, ma a tutti chiediamo di considerare le condizioni del tutto eccezionali nelle quali ci siamo trovati ad operare”.
Le brutte notizie arrivano da Mirandola, Finale Emilia e Castelfranco dove gli istituti superiori di competenza della Provincia – Iti Galilei, Iti Luosi, licei Pico e Morandi e Iti Calvi – hanno riportato lesioni talmente gravi da richiedere l’adozione di prefabbricati che potranno essere utilizzati diversi mesi se non anni. Non a caso, in queste zone a tutt’oggi nessun cantiere è ancora partito. Anche perché, aggiungiamo noi, in questi casi bisogna valutare se non è più conveniente avviare una ricostruzione ex novo.