L’ingegnere Francesco Terrone ha trascinato in Tribunale l’Accademia della Crusca per l’uso “dispregiativo” che si fa della parola “terrone”. La notizia sulla Stampa che la riprende dal Corriere Fiorentino.
L’ingegnere, stanco di portarsi addosso non solo l’ironia ma anche talvolta pure i commenti dispregiativi, ha intimato alla Crusca, lui che è «orgoglioso del cognome» che porta da secoli la sua famiglia campana, di cambiare la definizione di “terrone” contemplando anche la sua accezione “positiva”, ovvero quella riferita alla ricchezza terriera del Sud Italia.
Non avendo avuto mai risposte definite dalla Crusca alle sue richieste, nelle quali spiegava i motivi per cui il termine terrone può significare ben altro, compreso il suo onorato cognome, ha dato mandato all’avvocato di citare l’Accademiain tribunale.
La prima udienza si terrà al tribunale civile di Nocera Inferiore (Salerno) a settembre. La richiesta al giudice è quella di aggiungere alla definizione attuale, un riferimento «alla terra dei latifondisti, dei feudatari, dunque alla ricchezza, oltre a riconoscere un cognome i cui discendenti diedero lustro all’Italia intera».
E l’ingegnere spiega anche la sua lunga indignazione: «All’inizio degli anni Novanta, arrivato in Brianza per una supplenza in una scuola, ho resistito due mesi. Mi sono sentito dire che con quel cognome potevo fare l’operaio, non certo l’ingegnere. Sa quante volte a Milano sono rimasto a piedi quando chiamavo un taxi e dicevo il mio nome? Sa quanti giovani presentano i curriculum nelle aziende vergognandosi di essere meridionali?».
E alla domanda se ha mai avuto voglia di cambiare quel cognome, l’ing. ha risposto, giustamente: «Mai e poi mai. Lì ci sono le mie radici e la mia identità».
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