Secondo la ricerca ‘I bambini devono sapere: il ruolo della corretta informazione oggi sul target dei nativi digitali’, realizzata dall’Osservatorio Tips Ricerche e presentata da DeaKids a Cartoons on the bay, il festival internazionale dell’animazione cross-mediale e della Tv per Ragazzi, promosso da Rai, in corso a Torino, il terrorismo per i bambini è la prima paura (per quasi il 90%), ma comunque preferiscono (97%) essere informati su ciò che succede nel mondo, e anche su fenomeni che non capiscono e che li inquietano, come i casi di cronaca nera e i femminicidi.
Avere informazioni permette di “avere meno paura” (67%) e “evitare il pericolo” (53%).
Inoltre sono stati proprio i bambini quelli che hanno pagato il prezzo più alto durante i sei anni di guerra in Siria, ma continuano a sognare un futuro più luminoso. Nessun bambino è stato risparmiato dall’orrore della guerra in Siria, in cui i bambini subiscono attacchi ogni giorno. Oltre 1,7 milioni di bambini non stanno andando a scuola.
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Centocinquanta bambini tra gli 8 e i 14 anni, riporta Ansa, hanno risposto a domande sul loro rapporto con temi come terrorismo, guerra, immigrazione, e su come reagiscono alle notizie anche su fenomeni che non capiscono.
L’87% reputa i genitori la fonte più affidabile su ciò che accade nel mondo. Il 72% apprende le notizie da mamma e papà, il 66% dalla tv e dalla scuola. Inoltre il 41% cerca da solo le notizie su internet e il 59% va su YouTube dove visualizza anche video dalle immagini forti e non filtrate. Tuttavia, sanno già (61%) che esistono le fake news ed è anche per questo che chiedono di conoscere gli avvenimenti e le notizie. La guerra, pur essendo reputata un pericolo lontano, li fa sentire tristi (55%), preoccupati (54%) e pessimisti (21%), mentre il terrorismo (termine conosciuto dal 97%) viene percepito come un fenomeno incontrollabile che può capitare in qualsiasi momento. Sentono l’immigrazione più vicina (41%), ma solo il 4% ne è spaventato. Mentre il terremoto, conosciuto dal 100% dei bambini intervistati, è percepito dal 65% come un pericolo vicino e scatena in loro paura e preoccupazione (72%).
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