Un ragazzo di 22 anni è morto nella notte nella città di Antakya; era membro del principale partito di opposizione. E’ salito a tre morti il bilancio delle proteste antigovernative in corso da una settimana in Turchia. Lo riporta l’emittente ‘Ntv’, secondo cui l’ultima vittima è un ragazzo di 22 anni, Abdullah Comert, morto nella notte nella città di Antakya, nel sud del Paese.
Non si placa la protesta contro il governo del premier islamico Recep Tayyip Erdogan in Turchia, dove nella notte ci sono stati nuovi duri scontri fra manifestanti e polizia ad Ankara, Istanbul, Smirne e in altre città del paese: ad Antiochia, vicino al confine con la Siria, un giovane è stato ucciso da una pallottola alla testa.
Il vicepremier Bulent Arinc, capo del governo ad interim in assenza di Erdogan, in visita ufficiale nel Maghreb, oggi ha lanciato un appello alla calma, e ha chiesto la fine delle manifestazioni.
In una conferenza stampa dopo un colloquio con il capo dello stato Abdullah Gul ha ammesso che le proteste iniziali di una settimana fa a Istanbul contro la distruzione del Gezi Park a Taksim erano “giuste e legittime”, e si è scusato con i giovani “vittime di violenze” mentre “manifestavano in difesa dell’ambiente”. Arinc ha annunciato che incontrerà rappresentanti delle organizzazione che si sono schierate in difesa del parco.
Il vicepremier ha però ribadito la linea dura di Erdogan nei confronti della grande protesta anti-governativa che si è sviluppata negli ultimi giorni in tutto il paese, con duri scontri con la polizia. Amnesty International ha indicato che dal 29 maggio oltre 2.000 manifestanti sono stati feriti in diverse città della Turchia.
Il bilancio del governo, reso noto da Arinc, è invece di 244 poliziotti e solo 64 manifestanti feriti. Al fianco della protesta anti-Erdogan è sceso in campo il sindacato turco della funzione pubblica Kesk, che ha proclamato oggi e domani uno sciopero di due giorni di “avvertimento” al governo. “Il terrore esercitato dallo stato contro manifestanti pacifici – accusa – minaccia la vita dei civili”.
“L’uso sproporzionato della forza da parte della polizia non può essere una risposta accettabile alle proteste”: così il ministro degli Esteri Emma Bonino sottolineando che il diritto a manifestare pacificamente “é un pilastro irrinunciabile della democrazia, come lo sono il pluralismo e la tolleranza”.
“Le notizie che provengono dalla Turchia sono fonte di forte apprensione, ed è molto grave che le tensioni di questi giorni abbiano causato anche un bilancio di vittime”, aggiunge il ministro in una nota. “Ci attendiamo – sottolinea Bonino – che in Turchia tutte le parti si adoperino per far cessare ogni violenza e per promuovere il necessario clima di dialogo e pacifico confronto tra le diverse posizioni ed orientamenti”. (Ansa)
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