In un mese ben tre raid vandalici ai danni dell’istituto comprensivo ”Parini” dello Sperone a Palermo. L’ultimo risale allo scorso fine settimana, ma senza furti, mentre il 7 maggio il plesso di via Pecori Giraldi è stato devastato dai vandali e pochi giorni dopo ancora un furto anche nel plesso Sacco e Vanzetti dell’infanzia di via Giannotta.
Un’escalation criminale che non si registrava da tempo, confermata dalla polizia che sta indagando sui tre singoli episodi che sembrano svincolati l’uno dall’altro e riconducibili ai raid e i furti ai danni delle scuole della città dell’ultimo periodo.
“So che sarà un’estate di duro lavoro – dice la preside – Ma siamo pronti. Il rapporto con il territorio è ancora più solido di prima. Dalle famiglie è arrivata tanta solidarietà dimostrata con messaggi, chiamate e presenza sul posto compatibilmente con le limitazioni del momento”.
Dal Miur ora si attendono i fondi per dotare nuovamente l’istituto dei pc e dei video proiettori rubati, ma nonostante i tre raid vandalici in appena un mese, la preside, ha continuato ad aiutare le famiglie del quartiere con i buoni spesa e grazie alle donazioni ricevute è riuscita anche a consegnare ai bambini più in difficoltà dei tablet in comodato d’uso gratuito.
Anche la Flc-Cgil della Sicilia è intervenuta con un comunicato del segretario regionale Adriano Rizza che commentando la notizia dell’ultimo danneggiamento verificatosi presso il plesso Randazzo risalente allo scorso fine settimana, ha fatto sapere: “Questa escalation di raid all’istituto Pertini di Palermo, nel quartiere Sperone, deve finire. Bisogna ripristinare e rafforzare tutti i dispositivi di sorveglianza e antintrusione”. “Siamo sempre vicini alla dirigente e alla comunità scolastica alle quali esprimiamo la nostra solidarietà. Insieme alle istituzioni e alla società civile continueremo ad assicurare il nostro sostegno concreto, affinchè la situazione torni alla normalità”.
“Non possiamo permettere a nessuno – conclude Rizza – di compromettere la missione educativa svolta dalla scuola. Questo vale ancora di più nei quartieri difficili, dove la scuola rappresenta uno dei pochi fattori di crescita civile e culturale”.
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