Categorie: Università e Afam

Tesi universitarie copiate da Wikipedia

Cinque anni fa il record spettava agli studenti di Medicina: il 70 per cento delle tesi conteneva una robusta dose di testo copiato; e così accadeva a Economia (65 per cento), Agraria (53), Giurisprudenza (50) e via a scendere. Oggi si legge che uno studente di Catania ha presentato la tesi copiandola, praticamente per intero, da Wikipedia e, tra lo stupore generale, è stato bocciato dalla commissione d’esame. Lo studente dovrà rielaborare nuovamente la tesi e sopratutto senza fare tecniche di copia ed incolla visto che ormai tutte le università sono dotate di software anti-plagio ( ad esempio il programma Turing, reso operativo all’università Bocconi di Milano nel 2011, permette di verificare l’autenticità delle tesi di laurea ).
A tal proposito è utile riportare ciò che dice sul plagio l’Università di Pavia ( Facoltà di scienze politiche ): “Il plagio si definisce come “appropriazione, totale o parziale, di lavoro altrui, letterario, artistico e simile, che si voglia spacciare per proprio” (Dizionario lo Zingarelli, Zanichelli 1999). Si tratta di una pratica disonesta che viola le norme etiche fondamentali della vita universitaria. In caso di scoperta di plagio da parte di uno studente, la Facoltà autorizza i docenti ad applicare delle sanzioni. Il plagio può prendere diverse forme: a) copiare direttamente, parola per parola, il lavoro di un’altra persona, senza l’uso di virgolette e senza un riferimento alla fonte (la fonte può essere pubblicata in un libro o una rivista, o non pubblicata; può essere un documento in rete copiato con la funzione “taglia e incolla”; può essere la relazione di un altro studente, copiata con o senza il suo permesso) b) parafrasare il lavoro di un’altra persona senza alcuna indicazione della fonte; c) presentare una idea innovativa di un’altra persona senza indicare la fonte; d) appoggiarsi al lavoro o alle idee di un collaboratore, facendo passare per un lavoro pienamente autonomo quel che è in parte il lavoro del collaboratore “.

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Aldo Domenico Ficara

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