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Test anti-doping dopo le interrogazioni? Scoppia la polemica

Fa discutere la proposta-provocazione del Ministro dell’Interno, Giuliano Amato, di combattere la droga sottoponendo gli studenti italiani ad un test antidoping al termine di ogni interrogazione: “si potrebbe prevedere l’antidoping a scuola, ad esempio dopo l’interrogazione – ha detto il Ministro il 12 marzo durante il convegno fiorentino dell’Anci Toscana sulla sicurezza nelle città – ho spiegato questa mia idea ad un insegnante che mi ha detto: ma sei matto? Di sicuro arriverebbero i genitori a fare un occhio nero al preside o al professore. Ma io penso che se lo studente risulta positivo dopo l’interrogazione, perde i punti, e l’interrogazione non vale”. Amato ha anche spiegato che “bisogna pensare a qualcosa del genere: anche se può apparire una cosa un po’ idiota, vale la pena di essere valutata e magari sostituita da altre”.

A qualcuno l’idea non è sembrata affatto idiota: tra le adesioni spicca quella di Pier Ferdinando Casini, che si è detto “d’accordo con Amato perché serve tolleranza zero: spero che il Ministro non cambi idea, come a volte fa”. La lotta alla droga è una priorità, ha spiegato il leader Udc alla Camera illustrando alla stampa una proposta di legge per introdurre test anti-droga per i parlamentari. Ad altri, soprattutto a chi vive la scuola, l’ipotesi però non ha motivo di esistere: “Immaginare sedicenni chini sulle ceramiche dei bagni scolastici a tirar su cocaina a piene narici – sostiene lo scrittore-insegnante Marco Lodoli dalle pagine di Repubblica – è semplicemente un errore di prospettiva. La droga pesante è altrove, tra professionisti stressati, commercianti scontenti e soprattutto –ecco la novità –nelle periferie più desolate. Costa poco e per venti minuti solleva il morale”.
La proposta rischia anche di diventare il pretesto per una querelle politica che forse Amato avrebbe fatto bene a prevenire evitando toni così accesi. “Anche sulle tossicodipendenze questo Governo riesce a dare nello stesso giorno segnali contraddittori”, ha detto l’ex ministro per i rapporti con il parlamento Carlo Giovanardi. “Mentre il Ministro Amato prende posizione contro la droga chiedendo addirittura di penalizzare le prestazioni scolastiche di chi è sotto gli effetti delle sostanze – spiega Giovanardi – il Ministro della Solidarietà Sociale Ferrero al contrario, a Vienna, parla di ‘approccio sociale ed inclusivo al problema’. Gli fa eco Maurizio Gasparri (di An) secondo cui “basterebbe che Amato mandasse più Polizia e Carabinieri a stroncare il traffico di cocaina che dilaga anche sotto il suo naso a pochi metri dal Ministero dell’Interno: c’è impunità, mancanza di controllo, disattenzione di troppi Prefetti e di troppe autorità”. Lo stesso Ministro Ferrero non ha nascosto la sua freddezza all’idea di sottoporre gli alunni alla prova del palloncino come se stessero fuori dalla discoteca o lo stadio. Ora si attende la replica di Amato: così capiremo se le sua era solo una provocazione.

Alessandro Giuliani

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