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Test antidoping alle superiori: linea dura negli Usa

Ha fatto discutere non poco e per diversi giorni la proposta lanciata un paio di mesi fa dal ministro dell’Interno Giuliano Amato di verificare l’eventuale assunzione di droghe da parte dei ragazzi sottoponendoli a test antidoping subito dopo le interrogazioni a scuola. 
A quanto pare però quella che in Italia sembrava solo una illustre provocazione, dall’altra parte del mondo è stata presa sul serio: anche se non si tratta esattamente della stessa proposta, dalla Florida giunge notizia che dal primo luglio nelle scuole superiori di tutto lo Stato l’1 per cento degli studenti che praticano football americano, baseball e sollevamento pesi nelle scuole dovranno sottoporsi, a sorpresa, a test sugli steroidi anabolizzanti. 
Il provvedimento prenderà il via con l’avvio del prossimo anno scolastico e si deve ad un legge approvata il 4 maggio scorso. L’operazione avrà il costo non indifferente di 100.000 dollari: l’Associazione sportiva che riunisce le high school della Florida sottoporrà infatti ai controlli tutte le 426 scuole pubbliche e le 224 private.
Che la vicenda sia stata presa a cuore dalle istituzioni dello stato della Florida è confermato anche dal fatto che se un ragazzo dovesse rifiutarsi di sottoporsi al controllo verrà immediatamente escluso dalla squadra di appartenenza. Linea dura, comunque, ma proiettata al recupero: chi risulterà positivo al test sarà infatti sospeso, ma potrà essere reintegrato nel caso di negatività a un successivo controllo. La Florida non è nemmeno il primo stato americano ad inasprire la politica antidoping nelle scuole: lo scorso anno il New Jersey sottopose ai test 150 studenti. Nessuno risultò positivo. Chissà cosa accadrebbe se anche nel nostro Paese venisse approvata una legge di questo genere. Ancora una volta è stato il ministro Amato a dare una risposta a questa ipotesi: ” ho spiegato questa mia idea – aveva detto il ministro lo scorso marzo durante un convegno fiorentino dell’Anci Toscana sulla sicurezza nelle città – ad un insegnante che mi ha detto: ma sei matto? Di sicuro arriverebbero i genitori a fare un occhio nero al preside o al professore. Ma io penso che se lo studente risultasse positivo dopo un’interrogazione dovrebbero dargli un voto con meno punteggio o fargli addirittura invalidare l’interrogazione”.
Alessandro Giuliani

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