A Firenze, un’educatrice di scuola elementare è stata sorpresa, durante il nomale orario di lavoro, di assumere eroina nel bagno dell’istituto. L’assessore comunale alle Politiche scolastiche, Rosa Maria Di Giorgi, avanza la proposta di sottoporre gli insegnanti a test antidroga. E subito scoppia la polemica. Argomenta l’amministratrice: “Fare delle verifiche su chi lavora con i bambini non deve essere un argomento tabù: valuteremo con i sindacati e i rappresentanti degli insegnanti come poter avere un maggiore controllo”. Risponde il prefetto del capoluogo toscano, Paolo Padoin: “Ci sono problemi di costituzionalità, ma chi rispetta la legalità non avrà paura di controlli, anzi si sottoporrebbe volentieri per dare il buon esempio”. Il governo, per bocca del Sottosegretario con delega alle politiche antidroga, Carlo Giovanardi, controreplica: “Non c’è alcun problema di costituzionalità a effettuare test antidroga sugli insegnanti. Semmai problemi di copertura finanziaria. Quanto accaduto a Firenze è molto grave e l’insegnate va sicuramente curata. La vicenda ci indurrebbe a estendere i test antidroga anche agli insegnanti e in linea teorica va bene, ma c’è il problema delle risorse”. E’ davvero, come sempre, tutto un problema di soldi?
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