Colpo di scena da parte del Governo nei confronti dei docenti. E soprattutto presa di posizione inaspettata e corale da parte del Consiglio dei ministri che si è riunito urgentemente dopo le critiche dell’opposizione e dell’Associazione dei magistrati contro la proposta di legge relativa ai testi attitudinali per i giudici.
Infatti, accogliendo in parte quanto Nicola Gratteri, il presidente del tribunale di Napoli, sosteneva e cioè di sottoporre tutti gli impiegati della stato allo stesso trattamento, quello appunto dei test psicoattitudinali, il Governo ha varato un decreto legge nel quale è stato deciso di investire l’Invalsi di preparare, attraverso i suoi esperti, delle batterie di domande, motivate e complesse, atte a dimostrare le attitudini lavorative, culturali e psicologiche dei prof a svolgere la loro professione, con onore e disciplina e dunque con sapienza e diligenza.
Dunque, per essere più chiari, un decreto legge nel quale viene varato l’obbligo per gli insegnanti di sottoporsi ai test psicoattitudinali; per tutti i docenti di ogni ordine e grado: dagli asili all’istruzione secondaria di secondo grado. È stata esclusa, per timore di ritorsioni, l’università, anche se l’Anvur vorrebbe che venissero estesi anche negli atenei.
la Presidente dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, interpellata per telefono, ci ha detto che i test saranno molto severi e calibrati in modo da andare a fondo nella personalità di ogni singolo insegnante. Ma soprattutto si rivolgeranno, per la preparazione dei test, a esperti della scuola junghiana, in grado di analizzare la cosiddetta psicologia del profondo, in modo che si abbia chiara la mappa concettuale e psichica di ogni prof. Non dunque la “Psicologia delle masse e analisi dell’Io”, secondo la concezione freudiana, ma l’indagine sul prototipo inconscio dei docenti a seconda dei “Tipi psicologici”.
I sindacati della scuola, ai quali la notizia è arrivata in contemporanea con noi, sono già sul piede di guerra.
La Flc-Cgil ha dissotterrato l’ascia di guerra e prepara un comunicato di fuoco, nel quale si sostiene di iniziare a somministrare i test a partire, non già dai prof, ma dai Ministri e poi passare, gradatamente, ai docenti, se sarà il caso, la cui integerrima posizione psicoattitudinale, in ogni caso e fino a prova contraria, è infrangibile e solida “come un cubo di ferro” (sic).
La Cisl Scuola invece, da quanto ci è dato sapere, spinge per un comunicato unitario, ma spara a zero contro questo provvedimento che è giudicato improprio e razzista, considerato che i docenti sono l’asse portante della società, mentre il fatto che siano costretti a decenni di precariato garantisce comunque, e molto più di qualsiasi test Invalsi, una buona dose di pazienza e attitudine al lavoro; e non solo di squadra ma anche in singolare, opposto invece alla pluralità dentro cui si vorrebbero sottoporre.
Arrabbiatissimi i Cobas, a cui il decreto è arrivato in ritardo, ma già preparano manifestazioni subito dopo Pasqua direttamente sotto il Ministero dell’Istruzione, mentre Valditara non sa cosa fare: se mettersi a capo dei prof contro questo decreto oppure appoggiarlo pienamente.
Tuttavia, ed è bene che si sappia, affiche ogni scuola prenda i suoi provvedimenti, le misure per vagliare gli equilibri psicologici dei prof sono previste anche per i presidi, mentre sono stati esclusi, e questa è una certezza, i dirigenti dei Servizi amministrativi e gli Ata.
Nei prossimi giorni sapremo pure se un’altra proposta, quella cioè di mettere telecamere a circuito aperto (sic) non in ogni classe, ma nell’aula magna durante i collegi dei docenti sarà accolta.
Quest’ultima possibilità sembra più remota, ma se ne sta discutendo, dal momento che si è venuto a sapere delle grandi chiacchierate che i docenti fanno nel corso delle assemblee piuttosto che stare attenti all’ordine del giorno in discussione.
Per quanto ci riguarda, terremo informati i nostri lettori, ai quali lanciamo anche l’invito a dirci le loro impressioni a conclusione dei test.