Talora le commissioni esaminatrici indicano che ogni soluzione non deve superare un certo numero di righe, oppure viene consegnato ai partecipanti un prestampato nel quale sotto ogni domanda è già riportato lo spazio massimo disposizione. La motivazione è la necessità di accorciare i tempi di correzione, rimandando all’orale gli approfondimenti.
In altri concorsi è già accaduto che il grado di difficoltà incontrato in sede di prova orale sia stato molto più elevato, provocando una brutta sorpresa per chi aveva superato una prima facile fase selettiva. E’ bene perciò stare attenti, attendendosi un livello più elevato di difficoltà passando di prova in prova. Per fare una buona prova su uno scritto con “domande a risposta aperta” è bene seguire tra le tante cose anche i consigli proposti dalla Università degli Studi di Milano.
• Una scrittura chiara e leggibile è una forma di rispetto verso il docente.
• Non usare troppi incisi e/o incisi eccessivamente lunghi: rendono poco fluida la lettura.
• Anche in questo caso è importante prestare attenzione alle istruzioni del docente e leggere attentamente quelle eventualmente annotate sul test, prima di iniziare a scrivere.
• Quando un collega pone una domanda, può essere molto utile ascoltare la risposta del docente, anche per evitare di richiedere le stesse cose.
• Portare i testi che è ammesso consultare nel corso dell’esame (vocabolario, dizionario dei sinonimi e contrari).
• Identificare il punto centrale del quesito, per rispondere precisamente.
• Elaborare una sintesi di quanto è utile scrivere nella risposta: i punteggi non sono forniti in base al numero di parole, ma alla capacità di esprimere i concetti chiave in modo chiaro e conciso, quindi:
– individuare i concetti principali;
– ricavarne una scaletta;
– rimanere aderenti al tema;
– se si includono più dettagli, assicurasi che siano pertinenti alla domanda;
– rileggere le domande e verificare se le si è interpretate accuratamente.
• Meglio iniziare dai quesiti su cui ci si sente preparati e lasciare per ultimi gli altri.
• Quando non si sa proprio cosa rispondere, è a volte meglio non rispondere affatto invece di scrivere banalità di senso comune. Piuttosto usare il tempo rimanente per approfondire le risposte ad altre domande.
• Rispettare le terminologie specifiche e usarle nel modo appropriato.
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