Alcuni licei, linguistici, istituti tecnici, convitti hanno fissato diversi test d’ingresso tra gennaio e febbraio scorsi, destinati a chi sta frequentando la terza media e con largo anticipo ha già scelto la scuola dove approdare.
Un modo insomma per selezionare i migliori, ma anche una necessità, secondo alcuni dirigenti che non avrebbero spazi disponibili nella loro scuola, per accogliere un numero esorbitate di iscritti.
“Siamo oltre i trenta alunni per ognuna delle nostre sei prime, troppi. Faremo come all’università: prova d’ammissione e numero chiuso. Useremo il criterio della meritocrazia, come ha già deciso il consiglio d’istituto. Invito i genitori a non allarmarsi”, dice un preside.
Come per l’università, il test per le scuole superiori nasce per esigenze di sopravvivenza – poche classi, troppi alunni -, ma rischia di diventare una discriminazione per quattordicenni in piena evoluzione, sottolinea il quotidiano La Repubblica.
E infatti il liceo europeo Altiero Spinelli di Torino propone il test dal 2007. La struttura ha introdotto addirittura la prova selezionante per le medie: in quinta elementare, chi vuole entrare allo Spinelli, si deve sottoporre a test.
Deve conoscere pronomi personali e aggettivi possessivi in almeno due lingue straniere, a dieci anni. La preside ne parla con rammarico: "Il test setaccio non ci piace per niente, ma dobbiamo farlo. Da anni chiediamo più spazio alla Provincia, condividiamo il palazzo con altre due scuole. L’ultima risposta è stata una circolare: non abbiamo la possibilità di dare a voi né ad altri nuove aule. Con cinque classi e trecento richieste dovremmo stipare sessanta ragazzi per classe e allora abbiamo optato per le prove annunciate sei mesi prima dell’iscrizione. Chi non passa, e quest’anno sono stati centosettanta, farà in tempo a provare altrove. I test si basano sulle competenze dei ragazzi, da noi contano le lingue straniere. Altre scuole, raggiunto il quorum degli studenti ospitabili, lasciano a casa tutti gli altri, a primavera inoltrata. Noi, almeno, diamo un criterio e una logica alla nostra selezione".
La prova di ingresso non determina solo una graduatoria per l’ammissione, ma, "fornisce uno strumento per la formazione delle classi". Intelligenze omogenee tutte insieme.
La griglia di correzione consentirà così di valutare: la capacità di attenersi alle consegne e di concentrazione, la velocità, la conoscenza della lingua italiana e dei rudimenti di quella inglese, le conoscenze logico-matematiche, le capacità di organizzazione del lavoro, si legge in un sito di una scuola superiore.
Carmela Palumbo, direttore generale del ministero dell’Istruzione, dice: "I test d’accesso per scremare sono discutibili, ma per ora limitati. Nelle circolari diffuse abbiamo chiesto ai consigli d’istituto di non selezionare sotto il profilo meritocratico, in una scuola e in una classe ci devono essere tutti i livelli di conoscenza". Alcune scuole affidano l’ingresso in aula degli alunni a un sorteggio. Altre usano i voti delle scuole medie. Gianna Fracassi, segretaria nazionale della Cgil scuola, attacca: "Siamo pronti a denunciare le scuole che allestiscono test d’ingresso per le prime superiori. Siamo in piena scuola dell’obbligo e ogni criterio meritocratico, qui, è solo un danno per gli alunni"
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