Il 2014 potrebbe davvero essere l’ultimo anno di vita dei test di accesso alle facoltà a numero chiuso di Medicina. Il 20 maggio il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha confermato, sulla pagina Facebook di Scelta Civica, che entro la fine di luglio dovrebbero arrivare le nuove regole
“Intendo rivisitare il sistema di selezione, prendendo a modello il sistema francese (accesso al primo anno libero e selezione alla fine di esso su base meritocratica). Entro la fine di luglio formulerò la proposta e le nuove regole” ha spiegato la titolare del dicastero di viale Trastevere riferendosi al test per l’accesso a Medicina. Dunque modello francese o “suo adattamento al contesto italiano” ha osservato il ministro parlando di “cambiamento importante e necessario”.
Giannini ha anche affrontato la questione delle scuole di specializzazione: “il Miur ha trovato una quota di fondi per arrivare a un aumento che però non è sufficiente al ripristino delle quote dello scorso anno. Abbiamo chiesto al Mef di aggiungere i fondi mancanti”. Soddisfatte le associazioni studentesche che però chiedono un confronto sul tema. Una “vittoria indiscussa” per chi “da sempre combatte contro questo sistema iniquo” hanno commentato Udu e Rete degli studenti secondo cui, tuttavia, il ministro “deve garantire un tavolo di confronto affinché il cambiamento di sistema sia positivo e non peggiorativo”. “Le nostre battaglie e i nostri ricorsi negli anni hanno dimostrato – ha dichiarato Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Universitari – la necessità di rivedere un sistema al collasso e questa ne è la prova”. “Per anni – ha proseguito Alberto Irone Portavoce Rete Studenti Medi – migliaia di studentesse e studenti si sono visti privare dei propri sogni: rivedere il sistema è un passo importante che non può prescindere da noi studenti, o qualsiasi modifica o ipotesi di modifica sarà uno dei tanti spot elettorali che non andrà a migliorare veramente il sistema”.
Soddisfatto anche dal presidente del Veneto Luca Zaia: “ogni cosa va bene – ha detto – purché sia posta la parola fine a un numero chiuso pesantemente discriminatorio, perché determinato da ridicoli test a crocette secondo i quali potrebbe essere un bravo medico chi indovina di che colore era il cavallo di Garibaldi”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si dice Studicentro. “E’ giusto – ha dichiarato il portavoce Virgilio Falco – che le modalità con le quali si giudicano decine di migliaia di studenti ogni anno siano al centro dell’interesse del ministro e del governo. Solo non vorremmo correre il rischio di dare delle risposte parziali e insufficienti alle esigenze delle aspiranti matricole, che chiedono solo di avere trasparenza e meritocrazia prima di essere valutati per accedere alle facoltà a numero chiuso”.
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