In questi giorni molti docenti hanno deciso di somministrare ai propri alunni di prima superiore dei test d’ingresso per verificarne conoscenze e competenze e programmare, sulla base dei risultati, le attività. Ma come sta andando? A giudicare da un post diventato virale su X non molto bene.
Ecco le parole scritte da quella che sembra essere una docente: “Anche quest’anno i test d’ingresso hanno dato risultati disastrosi. Comprensione del testo sempre più scarsa e conoscenza della grammatica quasi inesistente. Dove s’inceppa il sistema? Alla primaria o alla secondaria di primo grado? Come si fa a consentire l’acquisizione di ciò che dovrebbe essere acquisito da tempo? È sempre più difficile”.
Insomma, sembra che il sistema scuola non sia migliorato anzi; sembra che i ragazzini che si iscrivono alle scuole superiori siano meno preparati rispetto al passato. E questo, per l’autrice del post, è un male per quei pochi che, invece, hanno competenze adeguate.
“Sì, perché per venire incontro alle esigenze dei molti “indietro”, coloro che sono “avanti” vengono rallentati, e rischiano di annoiarsi. Dal post si è scatenato un dibattito: ecco altri commenti”.
“Corretto ieri quello di inglese prima liceo. Delirio. Punteggi bassissimi tranne sporadici alunni. Si deve ricominciare da zero facendo annoiare a morte quei pochi bravi. Si mortificano le eccellenze e non si recupera il resto. Un pianto”.
“Il mio terzogenito è in terza media. Dire che la classe è disastrosa, è voler essere generosi, a detta dei professori. Io mai vista una roba così: genitori che si lamentano dei troppi compiti, protettivi contro ogni frustrazione, anche la più banale”.
“La media delle mie classi si aggira tra il 2 e il 3, un disastro. Mi chiedo come abbiano fatto a prendere 7 e 8 alle medie. Su un trentina di test, una sola e unica sufficienza, un 5.5, il resto sotto il 3”.
“Stessa esperienza. Un test che 10 anni fa dava il 90 % di sufficienze e un 40 % di voti alti. Oggi 40 % di insufficienze, anche estreme. Ovviamente lo escludo dalla media. Sembra che alle medie non si faccia assolutamente nulla, in nessuna materia”.
“Concordo, io insegno in un liceo delle scienze umane, arrivano ragazzi che non sanno usare le virgole, non conoscono i numeri romani, non distinguono la causa dall’effetto, non hanno un metodo di studio”.
“A me sembrano incapaci di concentrarsi. L’attenzione dura al massimo 5 minuti”.
“Il sistema si inceppa subito. Disegnini, colla, crocette, stampatello, schede. Niente più corsivo, niente letture ad alta voce, niente dettati, niente riassunti, no poesie a memoria, nessun pensierino proprio messo su carta. Il nulla, poi ci si lamenta dell’impreparazione”.
“È un problema che comincia a farsi sentire anche nel mondo del lavoro. Non conoscono il significato dei termini, faticano a comprendere i concetti, non sono in grado di scrivere una mail che abbia un senso. Agghiacciante e, in certi casi, anche pericoloso”.
Anche l’attore Massimo Ghini ha parlato della preparazione che fornisce la scuola oggi: “Io rispetto ai miei figli per preparazione sembro un professore di filologia romanza. Io ho solo una laurea ad honorem e solo la maturità. Ma quando dico una cosa ai miei figli vedo che non sono preparati o vanno su Wikipedia. Io vengo da una scuola nozionistica in cui però ci facevano studiare. La differenza di preparazione culturale è enorme”.
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