Test etilometrico in Piemonte: la Regione non corregge il tiro

Il 25 settembre 2016, La Repubblica dedicava un articolo (Jacopo Ricca Alcoltest, il ministero cancellerà i professori dall’elenco dei mestieri a rischio) alla querelle destata dai controlli volti a verificare il tasso alcolemico dei professori in orario di lezione.
Questa, allora, la dichiarazione del presidente dell’Asapi (l’associazione delle scuole autonome del Piemonte) Tommaso De Luca, che chiamava in causa la Regione: “Quando abbiamo fatto presente l’inutilità di questo obbligo e i problemi organizzativi, oltre che di costi ci era stato assicurato che sarebbe stato risolto in tempi brevi, ma è passato più di un anno e siamo sempre allo stesso punto”.
Adesso siamo a maggio del 2017 e vedo comparire, sul sito della scuola in cui lavoro, una circolare che ha in oggetto: “DGR n. 29-2328 del 26/10/2015: Sorveglianza sanitaria – controlli etilometrici”.
Vado a leggere la Delibera della Giunta regionale, che individua “il divieto di assunzione e somministrazione di bevande alcoliche per lavoratori che svolgono determinate mansioni a elevato rischio infortunistico”; apprendo, perciò, in questa sede, quello che già sospettavo e cioè che l’insegnamento è mestiere pericoloso, equiparabile – e cito dal testo della DGR in questione, “all’ impiego di gas tossici, alla conduzione di generatori di vapore, alle attività di fochino (?), ai lavori entro tubazioni, canalizzazioni, recipienti e simili nei quali possono esservi gas, vapori tossici od asfissianti” ed anche a mansioni sanitarie svolte in strutture pubbliche e private in qualità di: medico specialista in anestesia e rianimazione; medico specialista in chirurgia; medico ed infermiere di bordo (ah, il culto degli elenchi precisi!).
Inspiegabilmente (per me, ma non certo per il lungimirante legislatore) viene esclusa, dal lunghissimo elenco, la figura dello psicologo (“non rientra nelle mansioni a rischio in quanto non espressamente prevista” – sic!). Ad un certo punto dell’elenco compaiono le “attività di insegnamento nelle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado”, che stanno accanto (trattasi di gaddiano “accoppiamento giudizioso”?) alle “mansioni comportanti l’obbligo della dotazione del porto d’armi, ivi comprese le attività di guardia particolare e giurata”.
Fatto scorrere l’interminabile elenco di professioni a rischio incolumità, alla fine sono quasi contenta. Finalmente il mestiere dell’insegnante, spesso circondato da un’aura triste, di grigiore impiegatizio, assume una sfumatura di audacia coraggiosa, un colorito avventuroso, una allure baldanzosa, messo com’è a contatto con responsabili dei fari, piloti d’aeromobile e, a concludere l’elenco, addetti e responsabili della produzione, confezionamento, detenzione, trasporto e vendita di esplosivi. C’è coerenza, nell’elenco – ai lavoratori che trattano fuochi d’artificio spetta il botto finale!
Abbandono la lettura del DGR e torno alla circolare della mia scuola, che annuncia, come peraltro previsto dal DGR in questione, controlli medici sui lavoratori, da effettuarsi a sorteggio, consistenti in “test con etilometro e contestuale visita medica + questionario specifico”.
Per carità, tutto secondo la NORMA, così come sono rispettose della norma le sanzioni per coloro che si sottraessero al controllo: “l’ eventuale rifiuto comporta violazione dell’art. 20 comma 2, lettera i del D.Lgs 81/08 (arresto fino a un mese o ammenda da 219,20 a 657,60 euro), nonché la possibile sospensione dalla mansione”. Caspita!
Siccome sono da sempre astemia e qualsiasi controllo mi troverebbe sobria, vorrei anch’io provare qualche poco di ebbrezza. Magari ignoro l’ingiunzione, pratico un atto di disobbedienza civile e poi vediamo come va a finire. È giusto mettere in atto leggi evidentemente scriteriate e dannose? Non è evidente che in una comunità – e la scuola, nonostante tutto è una comunità – l’eventuale etilista viene individuato facilmente e che, come ogni debole, va aiutato e non sanzionato?
Come mai nessuno dei nostri Soloni si interessa dei veri rischi per la salute connessi al lavoro dell’insegnante, del burn out (si chiama stress lavoro-correlato) che tocca molti docenti? Cosa si propone contro il burn out nei documenti di valutazione dei rischi delle singole scuole? Chi si preoccupa di tutelare la salute della classe docente più vecchia del mondo?
Bene, né la solerte Regione Piemonte, né il nostro Stato si danno pensiero per i problemi reali che ho appena indicato. Ma al test etilometrico non si può rinunciare e la promessa di correggere questo evidente errore di applicazione della norma può attendere: è vero, il controllo etilometrico graverà sul magro bilancio delle scuole, che dovranno pagare l’intervento del medico competente, è vero, si toglierà ancora un poco di dignità agli insegnanti.
Ma tutto questo avrà sempre il pregio di aver messo in rilievo che i docenti “svolgono mansioni ad alto rischio infortunistico”. Se è così, lo Stato provveda a tutelare i suoi dipendenti dal rischio e non si limiti a controllarli goffamente.

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