Il 12 maggio i ragazzi di seconda superiore hanno svolto il test Invalsi, e in men che non si dica i social si sono riempiti di post e foto, tanto che in poche ore #Invalsi 2015 è diventato uno dei trending topics del giorno. Tante le risposte ironiche fornite ai quesiti e documentate con scatti con il cellulare poi pubblicati sul web. Tuttavia, il clamore scatenato dall’attività in rete dei ragazzi che hanno deciso di boicottare l’Invalsi ha poco riscontro nella realtà quotidiana delle scuole. Infatti, tra quelli che hanno preso parte alla prova, la maggioranza, ovvero 9 su 10, ha svolto i test provando a rispondere seriamente alle domande e senza utilizzare il telefonino per postare in tempo reale sui social network.
E’ quanto emerge da un instant poll di Skuola.net i cui risultati, nonostante i boicottaggi, non si sono discostati di molto da quelli dell’anno scorso, su un campione di circa 1.500 studenti, di cui 1 uno su 3 alle prese con la prova Invalsi in quanto frequentante il secondo superiore.
Sempre stando alle risposte degli studenti, la protesta sotto forma di mancato ingresso a scuola avrebbe coinvolto il 15% degli alunni di seconda superiore. Una volta entrati in classe, il 9% ha comunque deciso di invalidare il test Invalsi lasciando il questionario in bianco, o scrivendo risposte divertenti, o cancellando il codice identificativo. Poco più alta la percentuale di coloro che hanno usato lo smartphone per documentare le loro gesta e postarle sui Social, circa il 12%.
Il resto dei ragazzi, invece, ha deciso di affrontare la prova più o meno seriamente. Il 16% ammette di non essersi impegnato più di tanto, mentre 1 su 10 circa ce l’ha messa tutta, ma solo perché i prof hanno minacciato di mettere i voti sul registro sulla base della prova. Più idealista il 62% complessivo, che ha risposto al meglio possibile perché ha ritenuto fosse la scelta più giusta.
Dal canto loro, i professori hanno avuto atteggiamenti ambivalenti. Se circa il 58% è stato attento a controllare come in qualsiasi altro compito in classe affinchè i ragazzi non riuscissero a copiare, c’è anche chi ha lasciato correre qualche atteggiamento sospetto, pur restando vigile (27% del totale), mentre altri hanno addirittura suggerito (7% circa). Si distingue quell’8% complessivo che, oltre a suggerire, ha lasciato anche copiare liberamente gli studenti. La prova più difficile? Prevedibilmente Matematica, più difficile di Italiano per il 37% degli studenti.
Complessivamente, le scuole si sono spaccate a metà tra quelle che si sono mosse per la protesta e quelle in cui tutto si è svolto in maniera abbastanza tranquilla, circa il 47% dei casi. Le proteste negli istituti sarebbero nate soprattutto per iniziativa degli studenti, come risponde circa il 39% dei ragazzi, ma non è mancato il contributo dei professori, responsabili del boicottaggio per circa il 14%.
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