Test Invalsi alle medie, quesiti difficili ma svolti senza intoppi
Si sono svolti senza problemi o intoppi i test Invalsi svolti il 17 giugno da circa 600 mila tredicenni impegnati in questi giorni con l’esame di Terza Media. A sentire i diretti interessatii quesiti erano abbastanza difficili, soprattutto quelli di matematica.
La prova di italiano é stata divisa in due parti: nella prima sono stati proposti due testi – quello di Cerami e un articolo scritto per mettere in luce il ruolo positivo svolto dai romanzi di Harry Potter – e una serie di domande (una ventina circa a brano) per verificare comprensione del testo e padronanza della lingua italiana; la seconda parte della prova verteva sulla grammatica: in alcuni casi allo studenti si chiedeva di scegliere la risposta giusta fra quelle date, in altri di scriverla loro stessi. Tra le richieste quelle di individuare sinonimi e contrari di un “pacchetto” di parole, di individuare il ‘genere’ dei nomi dall’uso o meno dell’apostrofo oppure di trovare tra una batteria di parole “l’intruso” (“Trova tra le parole che seguono, tutte formate con l’elemento “auto”, l’unica in cui “auto” non significa “da sé / di se stesso”: Autoritratto, Autoadesivo, Autobiografia, Autorizzazione”, ad esempio). Per matematica erano ventotto le domande preparate, con la possibilità di usare righello graduato e/o squadra, compasso e goniometro, ma non la calcolatrice; al bando la matita, ammesse solo penne nere o blu. E una concessione: “puoi disegnare o scrivere sulle figure e puoi usare gli spazi bianchi del fascicolo per fare calcoli, se ti serve”. A dare il calcio d’inizio un grafico rappresentante la distribuzione dei lavoratori precari in Italia suddivisi per età nell’anno 2012 e due quesiti: quanti sono in totale? E quale percentuale rappresentano i 25-34enni? E poi il calcolo del volume di un solido, immancabili rompicapo a base di palline rosse e nere, l’utilizzo di un cerchio per rappresentare con un areogramma la percentuale di produzione del reddito per alcuni settori economici scritti in una tabella. E ancora riuscire a capire per quanti giorni la nonna di Piero potrà prendere la sua dose giornaliera di farmaco utilizzando una sola scatola, sapendo che la medicina di cui ha bisogno viene venduta in scatole da 28 compresse divisibili, ogni compressa è da 20 mg e l’anziana signora deve prendere tutti i giorni, per un mese, 30 mg di questa medicina.
I quesiti sono stati ritenuti troppo difficili dal 52% degli studenti, secondo una rilevazione a caldo svolta da Skuola.net su un campione di candidati (la prova ha coinvolto circa 584 mila studenti interni e oltre 8.600 candidati esterni). Il 44% ha giudicato, invece, la difficoltà della prova in linea con la preparazione ricevuta. Su un dato però sono stati tutti concordi: i quesiti di matematica erano molto più complessi di quelli di italiano per 9 studenti su 10. Dal sondaggio-lampo è emerso pure che i professori sono stati inflessibili: il 69% degli intervistati ha riferito che i propri insegnanti non hanno aiutato per niente. Uno studente su cinque ha confessato di aver avuto un piccolo aiuto ma non la risposta al quesito mentre una piccola percentuale, circa l’8%, è riuscito a estorcere ai prof anche la risposta a uno o più quesiti.
È curioso che poi su Twitter sia apparso un commento su alcuni alunni che, capita male la domanda, si sarebbero misuti i piedi con il righello. Il responsabile nazionale delle prove Invalsi, Roberto Ricci, si è comunque detto soddisfatto per l’andamento del test e finanche dei commenti dei ragazzi sul web. “Tutto si é svolto in maniera corretta. E anche l’ironia su Twitter – ha commentato – va interpretata in maniera positiva perché vuol dire che i ragazzi sono riusciti a far loro i testi”. E la matematica così difficile? “E’ difficile comparare le prove di matematica con quelle di italiano. Per me – ha spiegato Ricci – sarebbe stata più semplice la prima, ma sono consapevole di non fare testo. Il punto è che la prova di matematica richiede delle competenze che in molti casi possono essere ritenute più difficili rispetto quelle di italiano, ma in realtà molto dipende anche dalle attitudini dei ragazzi”.