A partire dal prossimo anno scolastico gli studenti della scuola secondaria di primo grado sosterranno due volte all’anno prove di valutazione predisposte dall’Invalsi; una prima rilevazione verrà fatta all’inizio dell’anno scolastico e una seconda verso la fine.
Scopo dell’iniziativa è quello di misurare gli apprendimenti in lingua italiana e in matematica; la doppia rilevazione servirà appunto a verificare in che misura la scuola contribuisce a migliorare la preparazione degli studenti.
A settembre il progetto coinvolgerà 1.000 scuole per un totale di 50mila studenti e 2mila docenti, mentre dall’anno scolastico 2011/2012 si procederà anche con la scuola superiore.
Secondo le previsione del Ministro, dal 2013 in poi si andrà a regime.
I risultati dei test – ha spiegato il Ministro – serviranno per valorizzare il merito: “Ad esempio – ha aggiunto Mariastella Gelmini – potrebbero essere utilizzati anche per la distribuzione di borse di studio che oggi avviene seguendo principalmente il parametro del reddito. I risultati saranno anche utilizzati per stilare una classifica nazionale degli istituti migliori e per stimolare i docenti a migliorare la loro didattica”.
Molto critica l’opposizione che, per bocca della senatrice del PD Mariangela Bastico, sottolinea che “la valutazione è uno strumento essenziale in relazione alla autonomia scolastica e per misurare l’efficacia dei processi formativi,è uno strumento che deve essere ben orientato, non un obiettivo o un valore in quanto tale”.
“Pertanto – aggiunge Bastico – invito il ministro dell’Istruzione Gelmini ad occuparsi, innanzitutto, di quanto viene prima della valutazione: definisca gli obiettivi essenziali di apprendimento per i vari cicli scolastici; sostenga le innovazioni didattiche che tante scuole hanno avviato, rendendo i ragazzi protagonisti del sapere e del saper fare; finanzi e non tagli la formazione dei docenti. Solo in questo quadro di chiarezza di obiettivi di apprendimento la valutazione ha un senso reale”.
Ma la senatrice del PD appunta le sue critiche anche sulla stessa metodologia di rilevazione messa a punto dall’Invalsi: “Prove standardizzate quali quelle che l’invalsi ha applicato nell’esame di terza media, sono ampiamente estranee alle modalità della didattica d’aula volta alle conoscenze e non alle competenze come misurate in queste prove. Quindi, daranno sempre i risultati falsati”.
“Inoltre – conclude la Bastico – credo che la valutazione debba far comprendere quali siano gli elementi di sistema per cui alcune scuole hanno una riconosciuta qualità e danno buoni risultati ed altre no. Pertanto deve essere rivolta all’organizzazione nel suo complesso e non solo ai singoli ragazzi e ai singoli docenti”.
Critiche e osservazioni certamente condivisibili, anche se è bene ricordare che i test Invalsi sono ormai in uso nella scuola italiana da parecchi anni e anche nel periodo in cui il Ministero era retto da Giuseppe Fioroni (e dalla Bastico come viceministro) la metodologia della rilevazione degli apprendimenti non era sostanzialmente diversa da quella attuale.
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