In questi giorni si parla moltissimo dei quesiti dei test per l’accesso alla facoltà di Medicina di quest’anno, finiti nel mirino del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che da sempre si batte per l’abolizione del numero chiuso all’Università.
Nello specifico lo scorso venerdì 29 settembre durante la sua consueta diretta Facebook il presidente della giunta aveva chiesto all’autore dei quesiti, con la sua solita ironia, “vent’anni di carcere Subito, a prescindere. O, meglio, lo sottoporrei al programma rieducativo che viene adoperato dalla polizia municipale di Singapore”. Lo riporta La Repubblica.
Non si è fatta attendere la risposta del consorzio interuniversitario sistemi integrati per l’accesso, l’organismo scientifico universitario che da quasi 20 anni si occupa della realizzazione delle prove di accesso ai corsi di laurea, il Cisia: “Nella produzione scientifica del Consorzio, nei test Cisia e in particolare nei Tolc, non vi sono quesiti demenziali. In riferimento alle notizie – totalmente infondate – diffuse da alcuni organi di informazione, preme comunicare che le prove Tolc-med e Tolc-vet non contengono alcuna domanda di ‘cultura generale’ sulla Viennetta e sul suo inventore, sulla grattachecca (peraltro quiz salito alla cronaca nel 2011 e presente in test diverso da medicina). I Tolc non contengono tantomeno le altre domande di cui si legge su alcune testate, come quale di queste parole non ha nulla in comune con le altre? Sfoggiare, depennare, castità, provare, cromare”.
“Più in generale Cisia precisa che i quesiti del TOLC-MED e del TOLC-VET vertono sugli argomenti elencati nei decreti ministeriali e sono predisposti da commissioni disciplinari formate da esperti delle materie oggetto d’esame, che operano con massima attenzione e professionalità”, hanno concluso.
Come abbiamo riportato, ci sarebbero state delle gravi irregolarità che potrebbero mandare in fumo i test di Medicina 2023.
Secondo lo studio legale Leone-Fell & C. c’è stato chi ha pagato migliaia di euro per iscriversi a un corso di preparazione che permetteva di conoscere in anticipo le domande del test. Ad altri è invece bastato trovare il gruppo giusto su Telegram e versare appena 20 euro.
A differenza degli scorsi anni, quando il test avveniva in un unico giorno, quest’anno gli esami si sono svolti in più giorni e in due diverse sessioni: una ad aprile e una a luglio. Il problema, secondo gli avvocati, è che le domande di aprile sono state ripetute a luglio.
La faccenda ha avuto una conseguenza ovvia: “Sono nate chat, gruppi su Telegram, gruppi delle scuole di preparazione che invitavano ragazzi usciti dall’esame a postare domande appena ricevute — ha spiegato l’avvocato Leone — Quindi le domande sottoposte a migliaia di persone che sono state esaminate ad aprile sono state inserite in una banca dati. Quindi condivise, vendute e disponibili per luglio”.
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