“Ho presentato come prima firmataria assieme a un nutrito gruppo di colleghi cinquestelle un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro dell’Università Bernini dopo gli ultimi scandali sui test d’accesso a Medicina: il sistema va rivisto perché lesivo del diritto allo studio, al merito e alla par condicio e non democratico ma classista. Il numero chiuso ha dimostrato il suo fallimento”.
Lo dichiara la deputata M5S Ida Carmina, spiegando come “il sistema di acceso ai corsi di laurea in medicina, odontoiatria e veterinaria non assicura trasparenza e imparzialità né il diritto allo studio, creando una frattura evidente tra chi ha la possibilità economica e chi invece non ha i mezzi per sostenere i costi dei corsi di preparazione e gli eventuali ricorsi al Tar. Un giro di affari inammissibile – afferma la deputata cinquestelle – quando si parla del futuro delle giovani generazioni a cui andrebbero assicurate parità di diritti e di opportunità in un Paese democratico. Se risulterà confermata la compravendita dei test bisogna reagire con rigore e determinazione anche rispetto alle graduatorie formatesi in base a questi illeciti non rispettose del merito. Occorre altresì – conclude la Carmina – un ripensamento serio del numero chiuso per l’accesso alle facoltà medico-sanitarie: i numeri attestano in modo incontrovertibile che negli ultimi vent’anni abbiamo perso 80 mila camici bianchi, con il paradossale risultato che al Sud, compresa la mia provincia di Agrigento, si reclutano i medici dall’Argentina o da Cuba per carenza di medici italiani”.
Le rassicurazioni del Mur
La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha avviato una procedura d’indagine per fare luce sulla vicenda. Come riporta Fanpage.it, i vertici della Conferenza dei rettori italiani (Crui) e il Cisia, il consorzio che si occupa di organizzare e gestire i test Tolc sono stati convocati dalla ministra. Ecco le parole del dicastero: “Sarà nostra premura dare certezza alle graduatorie, tutelare tutti gli studenti che si sono sottoposti ai nuovi test e garantire l’ordinato svolgimento dell’anno accademico. Stiamo effettuando dei controlli per evitare ricorsi che causerebbero un danno inaccettabile a tutti gli studenti”.
Nel caso in cui venissero riscontrate criticità nello svolgimento del test, il Ministero assicura che non esiterà a intraprendere le opportune azioni a tutela della comunità studentesca. Ma l’avvocato Francesco Leone, che ha denunciato la vicenda, si dice scettico e, anzi, addossa la colpa proprio al ministero. “Dal Ministero hanno chiesto chiarimenti, ma sono proprio loro ad aver previsto questa situazione da bando: è evidente che non conoscano il testo del documento o che vogliano scaricare un po’ le responsabilità”.